Dopo il fallito attentato di sabato scorso contro il presidente Emmerson Mnangagwa, in Zimbabwe , il leader dell’opposizione Nelson Chamisa ha dichiarato che il suo movimento (il partito MDC) e la coalizione cui fa capo, non si sentono affatto al sicuro.
Chamisa ha fatto sapere ad Al Jazeera che sebbene lo Zimbabwe sia più stabile adesso che un decennio fa, l’attacco terroristico allo stadio di Bulawayo non fa ben sperare per la sicurezza interna e mette a repentaglio la vita dei rappresentanti dell’opposizione, in vista delle elezioni del mese prossimo.
«Gli elettori sono vulnerabili e anche i candidati politici come me sono vulnerabili», ha dichiarato Chamisa ad Al Jazeera, lasciando intendere che teme per la sua stessa vita.
La bomba di sabato scorso, lanciata in mezzo alla folla, ha mancato di pochissimo il presidente ma ha ferito 50 persone che si trovavano nei pressi per assistere alla manifestazione.
Il leader dell’opposizione ha detto di nutrire forti dubbi sulla validità della vicina tornata elettorale per il rinnovo del Parlamento e della presidenza, in calendario il 30 luglio prossimo. Chamisa, classe 1978, a capo del Movement for Democratic Change, a differenza dei suoi rivali è un leader giovane e molto diretto. In uno dei suoi discorsi alla nazione ha detto chiaramente che nello Zimbabwe «non mancano risorse ma leadership». Se le cose non funzionano, argomenta Nelson Chamisa, il motivo è da ricercare «nell’assenza totale di leadership». Per lo meno una leadership democraticamente eletta.
In effetti Mangagwa, ex braccio destro dell’ex presidente Mugabe, (da lui defenestrato a novembre scorso), non è molto amato dal popolo.
La storia dell’inaspettata ascesa dell’ex pupillo dell’anziano leader sembrerebbe una lotta di potere tra lui e l’ambiziosa Grace Mugabe, moglie dell’anziano ex presidente.
Riparato momentaneamente all’estero, dopo il colpo di Stato smart da parte dell’esercito di novebre scorso, Emmerson era poi ritornato in patria e da allora occupa una poltrona che si è preso con la forza, svelando un atteggiamento anti-democratico.
Nel corso di un incontro pubblico mesi fa Mnangagwa aveva detto: «come leader di una nazione non devi portare il Paese dove vuole andare ma dove ha bisogno di andare. Se vuoi rimanere al potere farai ciò che la gente vuole, anche se non è la cosa migliore per il Paese. Ma se vuoi lasciare un’eredità, allora dovrai prendere decisioni difficili che cambieranno le vite delle persone».