La missione prosegue per dare speranza, nonostante la guerra tra gang

Verso la Giornata Missionaria Mondiale/ Non dimentichiamo Haiti!

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«Il mese di agosto è stato molto impegnativo per l’avvio di tre nuovi corsi professionali in nuovi settori proposti ai giovani della zona, tenuti da giovani professori della capitale.

Riparazione di telefoni cellulari, installazione di pannelli fotovoltaici, decorazione di sale per avvenimenti, maquillage, sartoria per uomo e donna… nuove professioni per nuovi talenti!

Questi insegnanti sono giovani di grande valore, uomini e donne competenti e desiderosi di condividere ciò che hanno appreso in precedenza con altri giovani altrettanto desiderosi di imparare e di farsi strada nella vita, nonostante tutto.

Lo racconta Maddalena Boschetti, fidei donum ad Haiti, che dalla missione riporta l’attenzione di noi tutti verso una terra dimenticata e massacrata, dove però la speranza non crolla.

«Attraverso di loro abbiamo proposto ai nostri ragazzi dei modelli positivi, speranza in un futuro migliore, prova del valore e della resilienza di questo straordinario popolo», scrive Maddalena nel suo Substack. 

Nuove prospettive e visioni che spingono i missionari e le missionarie ad intraprendere altri corsi professionali in spazi adatti e dedicati nei prossimi anni.

«Il centro di tutto sono i nostri bimbi disabili e le loro famiglie- spiega Maddalena – sono loro la nostra forza, la nostra bussola».

Loro e questi giovani e questi genitori che «fanno ogni sacrificio per i loro figli sono il vero cuore che batte del popolo haitiano.

In questi uomini e donne che vivono all’altezza della dignità dell’essere umano, sollevando alta la testa e lo sguardo nonostante tutto, in noi che abbiamo la grazia ed il difficile privilegio di condividere la vita con questo popolo meraviglioso, senza fuggire, semplicemente presenti ed al fianco uno dell’altro, vedo costruttori di Speranza».

Nel contempo la fidei donum racconta anche la Haiti in guerra, soggetta a centinaia di gang criminali, senza più sicurezza, senza prospettive concrete di uscita dalla violenza.

«La realtà rurale dell’estremo nord-ovest del paese – scrive – è accessibile solo con mezzi fuoristrada, senza elettricità (se non tramite generatori o qualche pannello fotovoltaico), dove la maggior parte della popolazione utilizza solo acqua piovana raccolta in cisterne o acqua delle sorgenti raggiungibili con qualche mezz’ora di cammino».

Tutto questo è distante anni luce dalla nostra Europa.

Mentre la capitale, Port-au-Prince, è nelle mani delle gang, «terrorizzata dai circa 12mila banditi che ne fanno parte e che hanno il controllo di buona parte della città e di tutte le sue principali strade di accesso.

Nonostante la presenza di circa 9mila poliziotti haitiani, un migliaio di soldati delle nuove forze armate appena ricostituite, 400 poliziotti keniani, 24 giamaicani e 2 del Belize già arrivati».

Durante l’ottobre missionario non dimentichiamo Maddalena e non dimentichiamo Haiti!