Sta per aprirsi a Bruxelles, nella sede del Parlamento europeo, una conferenza d’alto livello in preparazione del vertice Ue-Africa, in agenda ad Abidjan, in Costa d’Avorio. Ai lavori, nella sessione dedicata al rispetto dei diritti umani, partecipa anche padre Giulio Albanese, missionario comboniano e direttore delle riviste di Missio, con una relazione sul debito pubblico, la democrazia e la violazione diritti.
Avvia il dibattito il presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, che introduce il tema in relazione al rapporto con l’Europa: dal ruolo dei giovani e delle donne in Africa, alla condizione demografica in crescente aumento, fino al mancato rispetto dei diritti umani.
Tra i relatori di questo panel oltre a Moussa Faki Mahamat, presidente della Commissione dell’Unione Africana, ci saranno Faustin-Archange Touadéra, Presidente della Repubblica Centrafricana e Roger Nkodo Dang, Presidente del Parlamento panafricano. Interviene anche Werner Hoyer, Presidente della Banca Europea degli Investimenti.
Uno degli obiettivi della presenza ‘missionaria’ al dibattito, sarà quello di evidenziare le forti contraddizioni in essere nel Continente africano, soprattutto sul versante economico.
«L’economia dell’Africa Subsahariana – si legge nella relazione di p. Giulio Albanese, che prenderà la parola nel pomeriggio – continua ad essere fortemente vulnerabile nonostante le ottime performance, in termini di crescita, da parte di numerosi paesi africani».
E’ vero che «nel passato si pensava che i mali del continente fossero causati dalla debolezza dei processi produttivi, dei consumi e dei movimenti in rapporto alla domanda e all’offerta sul mercato delle commodity (fonti energetiche, minerali e prodotti agricoli). Questo è certamente vero perché dai prezzi delle materie prime dipende il destino dei governi».
Ma attenzione, mette in guardia il comboniano, «il dato più inquietante riguarda la crescita del cosiddetto debito aggregato africano, vale a dire quello dei governi, delle imprese e delle famiglie, stimato attorno ai 150 miliardi di dollari.
«L’Africa ha già vissuto una devastante crisi debitoria, che si è protratta nel tempo, dagli anni ottanta fino a quando, nello scorso decennio, grazie al progetto Highly Indebted Poor Countries (Hipc), ad opera dello Fmi e della Banca Mondiale (Bm), una trentina di Paesi a basso reddito dell’Africa Subsahariana poterono ottenere una riduzione del debito (circa cento miliardi di dollari)».
E’ possibile seguire l-intera conferenza in diretta all’indirizzo http://www.partnershipafrica.eu/