Il vaccino antimalarico sperimentato per oltre due anni in Ghana, Kenya e Malawi funziona e va promosso in tutta l’Africa Subsahariana, tramite campagne vaccinali dedicate in primis ai bambini. Questo ha dichiarato oggi l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Tuttavia non segna ancora «la vittoria definitiva» su un virus che imperversa in tutto il continente africano e che deve essere contrastato anche tramite interventi integrati di salute pubblica.
Soprattutto in considerazione del fatto che «il vaccino non presenta una copertura totale».
A dirlo sono due esperti di Sanità nei Paesi in via di Sviluppo: Nicoletta Dentico, giornalista ed attivista esperta di Salute globale, e Giovanni Putoto, responsabile Programmazione e ricerca operativa di Medici con l’Africa Cuamm, intervistato dal Sir.
Entrambi affermano che «non c’è dubbio che il vaccino contro la malaria che ha ricevuto l’ok dall’OMS sia un’ottima notizia». Però non bisogna abbassare la guardia.
L’OMS ha dato il via libera oggi al primo vaccino (RTS,S) antimalarico in Africa Subshariana, convalidando una sperimentazione contro il Plasmodium falciparum, responsabile del virus, iniziata nel 2019, che ha coinvolto 800mila bambini.
La ricerca è stata parte di un programma pilota dell’Oms promosso in Ghana, Kenya e Malawi.
«E’ un momento storico – ha dichiarato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus – Il vaccino antimalarico lungamente atteso è un varco per la scienza, la salute infantile e il controllo della malaria. Usarlo per prevenire la malaria può salvare decine di migliaia di giovani vite ogni anno».
E nonostante sia indubbiamente una good news e «un risultato atteso da almeno trenta anni, che punta ad attaccare il parassita della malaria tra i più letali, presenta tuttavia una copertura che non supera il 40%, e che è dunque limitata», ci spiega Nicoletta Dentico.
Il punto, spiega Dentico è che essendo questa sperimentazione frutto come noto, di un «Cartello di nomi, scienziati, sigle e organizzazioni che fanno capo tutte alla fondazione Gates», non è possibile avere nè sperimentazioni alternative, nè ricerche che diano risultati più efficaci.
Tanto che due scienziati sudafricani già anni fa sulla rivista Science parlarono di «Imperialismo scientifico» in riferimento al monopolio delle Fondazioni filantropiche, poichè lasciano pochissimo spazio ad altre ricerche.
«In molte zone dell’Africa la malaria è endemica, i casi aumentano, la popolazione continua a crescere e così anche il rischio di contrarre la malattia – ha detto al Sir Giovanni Putoto del Cuamm – Questo vaccino sarà sicuramente di grande aiuto, ma non bisognerà abbassare la guardia, ancor più oggi, dopo la recente scoperta dello sviluppo di una resistenza all’Artemisina, che in Africa è il principale farmaco per curare la malaria».
Inoltre, dice anche Dentico, la malaria non si combatte soltanto grazie ai vaccini ma servono interventi di Salute pubblica di vario genere e una capillare prevenzione.
Con le linee dettate dalle fondazioni private invece tutti i fondi a disposizione, tramite l’Oms, vengono veicolati su un unico obiettivo sanitario, trascurandone molti altri.