Una fede essenziale e pura nello Stato di Amazonas, in Brasile

Il racconto di don Gabriele Carlotti dalla comunità di Nazarè, dove la religiosità è qualcosa di naturale e profondamente sentito

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Una bellissima testimonianza di  don Gabriele Carlotti, fidei donum di Reggio Emilia in Brasile, nello Stato di Amazonas, nella comunità di Nazarè. Da leggere fino in fondo, vi condurrà con commozione fino all’essenza della fede….

Passando avevo avvertito le famiglie che abitano a Nazaré, che ci saremmo rivisti il giorno della festa. Tutti mi guardavano seri e si scambiavano sguardi, fino al momento in cui la signora più anziana, donna Maria  (è lei che invita tutti per la festa della sua devozione) si alza e mi chiede: “non potrebbe venire il giorno 24? facciamo uno scambio con l’altra Comunità vicina. Solo per questa volta”.

La guardo stupito e ribatto: “ma non è più bello il giorno stesso della festa della Madonna?” Tutti sorridono e un signore di mezza età, la butta lì: “venga pure il 25, ma non ci saranno le condizioni per celebrare la Messa, saremo tutti “porre”, alticci, ubriachi”. Bene, dico io, vedo con l’altra Comunità, ma credo non ci siano problemi, ci vediamo il 24 pomeriggio verso le cinque.

Così il 24, senza molto entusiasmo partiamo da Santo Antonio alle 12:30 e arriviamo a Nazaré verso le 5 e mezza del pomeriggio, il fiume si è ulteriormente abbassato e in diversi punti sono apparse altre spiagge, bisogna stare attenti a non insabbiarsi e a non prendere qualche ramo o radice, che sono pericolosi perché capaci di bucare il fondo della barca.

C’è molta gente, saranno state un centinaio di persone, molti bambini, anche lattanti, tanti giovani e giovani coppie, oltre ai veterani. Sentono il motore della barca da lontano e, incuriositi, tutti sono sulla riva ad aspettarci. “Padre è la prima volta che c’è la messa proprio il giorno della festa, non era mai successo, seja bem vindo!”.

Così dopo alcune chiacchiere in libertà, entro convinto di celebrare subito, ci sono anche due battesimi, “filhos do boto”, di ragazze madri.

Ma la sala è deserta, solo una candela accesa davanti all’immagine della Santa. Mi guardo attorno e comincio a girare… chi sta prendendo il latte dalla mamma, chi sta furtivamente mangiando in cucina, una sala senza porte e senza pareti, aperta a tutti, chi si è appartato un poco, chi si beve una birra in compagnia e scoppia mortaretti.

Finalmente vedo donna Maria, è lei che organizza la festa della Madonna, viene sorridendo, con i capelli sciolti, una simpatica vecchietta quasi ottantenne. Le chiedo: “quando celebriamo la Messa?” La risposta è pronta: “pazienza padre, alle 8 saranno tutti pronti, li lasci “tomar bagno (fare la doccia)”, di fatto tutti sono scesi al fiume ed è una festa di bimbi che saltano in acqua, le donne sono più riservate e fanno il bagno vestite, gli uomini più spartani. Chiaro, tutto a suon di musica e si balla! Comincio a preoccuparmi di come sarà la celebrazione… ci penserà Dio!

Verso le 7:30 cominciano ad arrivare, così ne approfitto per chiedere di dove sono. La maggioranza viene dalla città, da Santo Antonio, tutti amici e parenti. Chiedo se partecipano di qualche comunità, la maggioranza no. Qualcuno a volte va in qualche chiesa evangelica. Una coppia giovane viene da São Paulo de Olivença, sul rio delle Amazzoni, hanno fatto 16 ore di canoa, con i loro genitori e altri della famiglia, per arrivare e partecipare alla festa della bisnonna!

Bene, ho scelto alcuni canti tra i più semplici e conosciuti, il fedele Mosè mi aiuterà a cantare, perché una Messa senza canto è molto triste. All’improvviso tutti escono, c’è una canoa in arrivo. È il cantante con il suo compagno che suona la tastiera e, naturalmente, due casse acustiche stratosferiche, con tanto di luci laser... Con un po’ di pazienza cominciamo.

La celebrazione dura circa un’ora e mezza, con i due battesimi, e per mio grande stupore la partecipazione è tra le più belle che abbia vissuto. Il silenzio, l’ascolto della Parola, la riflessione dialogata con qualcuno che nella semplicità interviene. Anche le preghiere dei fedeli sono spontanee, quasi un miracolo!

Poi la devozione di chi partecipa alla Messa in ginocchio e stringendo l’immagine di Maria di Nazaret, per ‘pagare’ una promessa fatta in tempo di malattia.

Il musicista è proprio bravo e riesce ad improvvisare un accompagnamento dei canti religiosi. Tutti sono presenti, corpo e anima, lo si percepisce nell’aria, tutti stanno pregando davvero, giovani, adulti e bambini. Una delle mamme che battezza il suo bambino ha un nuovo compagno, molto giovane, lui mi chiede se ho un piccolo crocifisso da mettere al collo di quel bimbo che da oggi sarà già suo figlio, guardo nel mio zaino e trovo un Tau di Assisi… è la gioia di questo novello papà che come Giuseppe accoglie la sua donna col suo bambino. Vedo una coppia giovane, quella venuta da lontano, da sedici ore di canoa, che mi guarda come se volesse dirmi qualcosa, la celebrazione va avanti, verso la fine. Molti fanno la comunione, loro no.

Alla fine, quando inizia la festa e la musica diventa assordante, si avvicinano. “Possiamo parlare?”, “Dite pure”.

“Stiamo insieme da sei mesi, viviamo a Tabatinga perché frequentiamo la stessa università, non siamo sposati… possiamo fare la comunione? Ci manca molto questo momento di incontro con il Signore”.

Rispondo: “c’è una legge e c’è la vostra coscienza. Per la legge non potreste, e spiego loro i motivi. Ma dovete decidere in coscienza, qual è il vostro progetto di vita?” Noi vogliamo sposarci, essere una famiglia, ma adesso non possiamo, ci mancano troppe cose, ma è il nostro sogno.

“Ascoltate il vostro cuore, non si fa la comunione perché si è in regola, ci nutriamo del Signore Gesù, della sua Parola e del suo corpo e sangue per avere la forza di camminare e realizzare il bene, per conservare la fede e non mollarci nelle sfide della vita. Pregate il Signore insieme, ogni sera e ogni mattina, e ascoltate il vostro cuore, la vostra coscienza che vi indicherà la strada migliore, con umiltà e con gioia.

Se no il prossimo prete che incontrerete potrebbe dirvi il contrario. “Grazie padre, le vogliamo bene. Vogliatevi bene l’un l’altra e siate sereni, il Signore vi ama!”.

Così, ormai sono le undici di sera e decidiamo di ritirarci sulla barca, prepariamo le amache e proviamo a dormire. La musica ci accompagna la notte intera. Alle 6 ci alziamo, prepariamo un caffè in fretta perché alle 8 ci aspetta un’altra comunità, quella di São João.

L’alba ormai rischiara il giorno, usciamo dalla barca e, sorpresi, ci accorgiamo che sono tutti svegli. O meglio, non hanno dormito e si vede dalle facce! Mamme con i bambini, giovani e ragazze, gli uomini riuniti a discutere di politica e delle elezioni amministrative ormai imminenti.

Salutiamo, per riprendere il viaggio, ma donna Maria ci chiama: “non potete andare senza provare il latte e cioccolato, nescau, che sempre viene offerto nella festa dei Santi”.

Così, scendiamo e ci prepariamo per una seconda colazione in compagnia di tutti i presenti. “Padre, possiamo chiederle un favore?” £Certo, se posso”. “Lasci guidare il suo compagno di viaggio, Mosè, e dia una volta sul lago venendo verso la nostra Comunità, e ci benedica rimanendo in piedi sulla barca, come fa il papa”.

E così fu, papa per 15 minuti. In un silenzio profondamente carico di fede, all’aurora di un nuovo giorno, scende la benedizione del Signore su coloro che hanno fatto festa alla Madonna di Nazaret, e con applausi e mortaretti riprendiamo il viaggio. “Padre, non era mai successo di avere la Messa il giorno della festa. L’aspettiamo il prossimo anno, ci saremo tutti”.

È la fede semplice della nostra gente, la religiosità popolare. Che bella!