«Bisogna fare presto, non c’è tempo». Lottare contro i cambiamenti climatici è «urgente e necessario» ma per farlo serve la collaborazione di tutti.
«Bisogna unire le forze, non lasciare indietro nessuno, coinvolgere le comunità più vulnerabili nei processi decisionali».
È con questo spirito che l’Unione delle Superiore Generali inizia assieme al Global Solidarity Fund un vero e proprio “Viaggio per la conversione ecologica”.
Un viaggio collettivo che coinvolge i vertici e la base, tutte le sfere decisionali – dai funzionari delle Nazioni Unite ai ricercatori, dai diplomatici impegnati in ambito umanitario ai rappresentanti del Vaticano – fino ad arrivare alle persone più vulnerabili.
Quelle che abitano i territori massacrati dai cambiamenti climatici.
Le vulnerabilità però non sono solo oggetto dell’attenzione altrui, ma diventano protagoniste del cambiamento.
A fare da ponte tra i due mondi ci sono loro: le suore dell’UISG, l’Unione Internazionale delle Superiori Generali.
Organizzazione che riunisce più di 1.900 madri superiori in 97 Paesi del mondo, in rappresentanza di oltre 600mila suore in tutto il globo.
Ieri nella loro sede sul Lungotevere Tor di Nona a Roma, si è riunito il primo panel del “Sister-led dialogue on the environment”, primo di una serie di tavole rotonde sullo sviluppo ecologico, che farà proposte concrete ai decisori politici.
E culminerà nel primo Forum di advocacy della UISG, in programma a Roma per novembre 2023.
L’obiettivo «è salvaguardare l’ambiente e le persone colpite dai cambiamenti climatici e dalla perdita di biodiversità», dice suor Maamalifar Poreku, coordinatrice.
I temi chiave del dibattito sono: integrare le risposte al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità; integrare la cura per le persone e per il pianeta e la vulnerabilità nella leadership.
Obiettivi che sono già contenuti nella dichiarazione “Sorelle per l’ambiente. Integrare le voci dai margini”, lanciata dalle suore della UISG in vista del vertice sul clima COP27.
«E’ la nostra risposta all’invito di Papa Francesco, nell’enciclica Fratelli Tutti: ‘ Volgiamoci a promuovere il bene, per noi stessi e per tutta l’umanità, e così cammineremo insieme verso una crescita genuina e integrale’», ha detto suor Patricia Murray, segretaria esecutiva della UISG.
Tra i molti relatori erano presenti ieri Clare James, consulente sul clima per l’ambasciata britannica presso la Santa Sede;
Simona Rossetti, direttrice dell’istituto di ricerca sull’acqua del CNR, Achim Schkade, rappresentante dell’Ambasciata tedesca presso la Santa Sede e Fabio Petitto esperto di religioni e relazioni internazionali all’Università di Sussex.
Per tutti loro il clima è una priorità e la transizione ecologica significa «impegnarsi in prima persona, senza aspettare che lo faccia qualcun altro per noi e cambiare molte cose».
Suor Maamalifar ha spiegato a Popoli e Missione che «questo dialogo è anche un modo per spingere le suore a fare sensibilizzazione, quella che chiamiamo advocacy, ad un altro livello, più connesso con il territorio, con la base».
«Le decisioni di alto livello spesso non vengono portate a termine perchè restano teoriche – ha aggiunto – vengono dalla testa e non dal cuore.
Noi suore vogliamo che queste scelte partano dalla concretezza e dal cuore».