Tre racconti dei ragazzi su guerra e migrazioni perchè ‘la scrittura non va in esilio’

Capacità narrativa e sensibilità rispetto al presente della guerra e delle migrazioni

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Ernesto, Giacomo e Lucia sono tre ragazzi delle scuole medie superiori con una straordinaria sensibilità e un talento innato per la scrittura;

ma soprattutto sono tre interpreti della nostra Storia e della cronaca contemporanea che hanno come fulcro la migrazione e la guerra.

Questi tre studenti italiani dalla sviluppata empatia per la sofferenza del mondo, hanno ricevuto stamani un premio per il concorso letterario ‘la scrittura non va in esilio‘, indetto dal Centro Astalli, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati in Italia.

 Ernesto Masciali, del liceo scientifico Vito Volterra di Ciampino, ha vinto il primo premio per il racconto ‘Cinque Voci’ che la scrittrice Melania Mazzucco definisce «scritto con grande consapevolezza stilistica e narrativa, una requisitoria contro l’egoismo e l’indifferenza. Perchè la guerra non ci renda tutti disumani».

«E’ il 27 febbraio 2022 e io sono in equilibrio precario sul confine della guerra. Qui non si sta male come si dice. Si sta peggio. Si cammina a terra, tra il fumo, le macerie, il sangue e le urla.

Tra la paura e tra la morte che serpeggiano sotto ai piedi, pronte a prenderti e portarti con sè. Dobbiamo uccidere per comando i nostri fratelli. (…)

Che cos’è un confine? E’ la linea che si frappone tra i carri armati russi e i carri armati ucraini.

Ed è la linea che si frappone tra la vita e la morte», così scrive Ernesto nel suo racconto ‘Cinque Voci’, dove a parlare sono i membri di una stessa famiglia ucraina dilaniata tra la fuga, la guerra e la speranza.

In “Andrò all’università” Giacomo Ghiardo dell’istituto tecnico Quintino Sella di Biella, scrive: «passano i giorni ma la guerra non si ferma. La mia città sta per essere assediata, una colonna di mezzi militari si sta avvicinando, non è più possibile aspettare. Sono le otto, mio padre è già sotto in auto pronto per il nostro viaggio, non ha nemmeno atteso la fine del coprifuoco».

La storia immaginaria ma molto reale è quella di Mikhail, ragazzo appassionato di scacchi che assiste ai bombardamenti di Kiev.

«Non voglio essere un rifugiato. Io sono Mikhail, ho 17 anni, abito a Kiev e il prossimo anno andrò all’Università», dice il protagonista.

Infine, Lucia Jo Gatteschi dell’istituto tecnico Quintino Sella di Biella, vincitrice del terzo premio, dedica un racconto memorabile a due donne, Peace e Miriam, in fuga su un barcone dalla Libia.

« “Non mi mancherà questa puzza di pesce” disse Peace con un sospiro.

In quel viaggio ogni cosa puzzava: la barca, il mare ma più di tutto a puzzare erano le persone, sulla loro pelle insieme all’odore del sudore c’erano al paura e il dolore», si legge.

Sono racconti di rara capacità narrativa, che mostrano una maturità di pensiero e di elaborazione del presente non comune non solo tra i coetanei dei ragazzi in gara (i premiati sono molti di più e i racconti scritti e contenuti nel volumetto edito dal centro Astalli sono 17 e tutti meritevoli), ma anche tra la stragrande maggioranza degli adulti impegnati o meno nel sociale e nella scrittura.

Una raccolta di contributi che farebbe bene a tutti noi leggere per rafforzare la consapevolezza che questi (e molti altri) ragazzi possiedono strumenti e doni decisamente superiori alla media.

E vanno presi seriamente in considerazione.