Suor Elisa Kidanè in Eritrea: “proviamo a fermare l’avanzamento del deserto!”

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«Vi scrivo dal Gash Barca, regione una volta conosciuta come il Granaio dell’Eritrea.

Sì, una volta, poi tanta acqua è passata sotto i ponti, così tanta da erodere il terreno rendendolo arido e difficile da coltivare.

Di conseguenza, la vita per la gente che abita nella zona è diventata più difficile e piena di sfide».

A scrivere, in questa lettera aperta, è suor Elisa Kidanè, missionaria comboniana dall’Eritrea.

In questa zona le Comboniane hanno due comunità: Tokombia e Kulluku.

«Eravamo in visita alla comunità di Kulluku – prosegue suor Elisa – e le sorelle ci hanno raccontato che poco distante da loro vivevano delle persone che avevano osato creare una piantagione e coltivare un grande orto.

Ci hanno raccontato di tanto verde, alberi da frutta e verdura!

Di fronte alla nostra incredulità, visto che Kulluku è in pieno deserto, hanno programmato di portarci lì per poter vedere da vicino ciò che le aveva affascinate».

E’ così che le missionarie decidono di provare anche loro a far fiorire il deserto!

«Il giorno dopo – raccontano – con le idee più vicine alla realtà, abbiamo perlustrato il grande spazio attorno alla missione e fatto una lista di cose necessarie.

Certo noi non avevamo tutta l’acqua del Signor Gambo, ma un pozzo per quanto piccolo c’era, e due grandi cisterne pure.

Ma soprattutto, c’era tanta voglia di veder realizzato il sogno e concretizzarlo in un progetto».

Da quel giorno sono passati mesi ed hanno messo nella loro lista anche la comunità di Halibmentel.

«La prima cosa avvenuta è stata che la nostra speranza si è rinverdita.

Alcune associazioni alle quali avevamo inviato il progetto si sono lasciate contagiare dal nostro entusiasmo e hanno approvato la richiesta.

Ora non rimane che rimboccarsi le maniche e partire.

Il progetto prevede piantare nelle due aree (Kulluku e Halibmentel) almeno 600 alberi in tre anni, e cercare di fermare l’avanzamento del deserto».