L’abuso fisico, la violenza, la minaccia sessuale contro donne e bambini, in Somalia, sono diventati una vera e propria “arma da guerra”.
Tanto che le Nazioni Unite e l’Unione Africana hanno di recente ribadito il loro sostegno finanziario alle forze di sicurezza somale per prevenirne gli abusi. Sebbene questa sia una pratica talmente radicata e socialmente tollerata da essere difficilmente scardinabile.
La cosa più odiosa è l’uso della violenza da parte delle autorità stesse e dei funzionari pubblici, con diversi scandali registrati in passato proprio per via di abusi da parte dei soldati dell’Amisom (la Missione dell’Unione Africana in Somalia), preposti al controllo dei campi e delle aree “protette” per i civili.
Nel 2012 le Nazioni Unite avevano registrato qualcosa come 1.700 casi di stupro nei campi per sfollati interni somali. Nei primi sei mesi del 2013 erano stati contati 800 casi nella sola Mogadiscio.
Sempre secondo i report Onu le donne in Somalia subiscono una “doppia vittimizzazione”: l’azione violenta in sé e il mancato risarcimento o riconoscimento del torto subito. Inoltre sono costrette a sopportare lo stigma sociale dello stupro e la colpevolizzazione di quanto accaduto.
Oggi l’Amisom fa ammenda e finanzia il training anti-violenza: «L’Amisom è lieta di sostenere le forze di sicurezze nazionali somale e il governo federale per l’eliminazione di tutte le forme di violenza contro le donne e i bambini, incluso il conflitto collegato alla violenza sessuale», ha dichiarato di recente l’ambasciatore Madeira.
Certo, il modo in cui addestrare le forze di sicurezza a contrastare lo stupro non è chiarissimo.
Un altro report di aprile di quest’anno di Refworld dice che: «la violenza sessuale di genere è prevalente nelle aree di conflitto in Somalia. In particolare a più alto rischio sono le minoranze etniche e chi vive nelle zone AS e nei campi sfollati, dove diversi amministratori dei campi (gate keepers) sono accusati d’aver forzato le ragazze ad avere rapporti fisici con loro in cambio di cibo, vestiti e riparo»
Pertanto le Nazioni Unite e l’Amisom promettono di mobilitare risorse per contrastare questo fenomeno.
Descrivendo la violenza sessuale come un crimine contro l’umanità e una violazione dei diritti delle donne e dell’infanzia, le Nazioni Unite hanno fatto notare che la Somalia non ha ancora eliminato la violenza collegata alla guerra, e dunque, i vari training previsti per addestrare le forze di sicurezza saranno focalizzati sulla natura dell’abuso e su come affrontarlo e reprimerlo.
Foto tratta dal sito CNN