Sono preoccupato e indignato nel leggere le affermazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni dal Giappone, lunedì scorso:
«Il nuovo meccanismo di consultazione Esteri-Difesa si avvierà a marzo; sono state organizzate delle importanti esercitazioni congiunte, marittime e aeronautiche.
L’Italia intende avere una presenza sempre più significativa e invierà ulteriori velivoli e ulteriori assetti navali: arriverà qui la nave Vespucci, arriverà la portaerei Cavour, arriveranno gli F35».
Ma come?
In un mondo dilaniato da guerre in aumento, l’Italia, invece di essere paladina di pace, invece di ripudiare la guerra come afferma l’articolo 11 della nostra Costituzione, si adopera in tutti i modi per alimentare ed esportare armi e guerre in tutto il mondo.
E assistiamo anche al rilancio dei micidiali F35, cacciabombardieri predisposti al trasporto di bombe nucleari.
Già nel gennaio 2007, in un comunicato stampa a firma del presidente di Pax Christi, monsingor Valentinetti, e di monsignor Charrier, delegato per la Pastorale sociale della Conferenza episcopale piemontese, si diceva:
«Desideriamo riaffermare, come comunità cristiana, la necessità di opporsi alla produzione e alla commercializzazione di strumenti concepiti per la guerra.
Ci riferiamo, in particolare, alla problematica sorta recentemente sul nostro territorio piemontese relativa all’avvio dell’assemblaggio finale di velivoli da combattimento da effettuarsi nel sito aeronautico di Cameri (Novara)».
L’enciclica di Paolo VI Populorum Progressio del 1967, al n. 53 ribadiva: «Quando tanti popoli hanno fame,… ogni estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia troppo tardi». Sono passati tanti anni, e la situazione è peggiorata.
Abbiamo anche il ministro Crosetto, il quale afferma che abbiamo bisogno di riservisti e di nuovi investimenti per le armi.
Tutto questo è “pazzia e follia” ( alienum est a ratione).
Come Pax Christi – insieme ad altri movimenti e reti – abbiamo condannato la vendita di armi italiane all’Arabia Saudita e anche a Israele.
Ma è un nostro “ottimo cliente” in materia di acquisto di armi. No, io questo non lo posso accettare, come uomo, come presidente di un movimento che si chiama Pax Christi e come vescovo (al termine del mio ministero episcopale nella diocesi di Altamura- Gravina-Acquaviva delle Fonti).
E, sia chiaro: queste cose le abbiamo dette con nettezza anche ai Governi precedenti. Io personalmente ho incontrato il Ministro Guerini, nell’agosto 2020, per dirgli queste cose.
Il ripudio della guerra deve diventare impegno prioritario della politica.
E impegno di ogni donna e uomo, in particolare per i credenti che hanno come riferimento Cristo nostra pace, per essere non “spettatori” ma “costruttori” e “artigiani” di pace.
(L’autore dell’articolo pubblicato oggi su Avvenire è Amministratore apostolico di Altamura-Gravina-Acquaviva – Presidente di Pax Christi Italia)