Nigeria, la violenza continua: 17 persone uccise in chiesa

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Una conflittualità molto radicata, legata alla terra e alla rivalità pastori-agricoltori, sarebbe al centro dei numerosi episodi di sangue che si stanno susseguendo in Nigeria.

Si tratta di una contrapposizione etnica, oramai stratificata tra gruppi, all’origine anche del terribile eccidio di martedì scorso in una chiesa della Nigeria orientale, dove 17 persone, tra cui 2 sacerdoti, sono state barbaramente uccise durante la messa, per mano di una trentina di uomini.

Il gruppo, armato di fucili, ha fatto irruzione nella chiesa allestita per un funerale, sparando sui fedeli.

Puntuale la ritorsione: 11 persone, stavolta di religione musulmana, sono state uccise ieri. Le vittime erano di etnia Hausa.

Il gruppo che ha compiuto la mattanza in chiesa, martedì scorso, appartiene invece, con ogni probabilità ai Fulani, etnia composta per lo più da pastori seminomadi.

La mattanza è avvenuta a Ayar Mbalom, nella zona di Gwer East, dove  la conflittualità tra allevatori seminomadi e agricoltori dilaga da tempo, per ragioni legate all’uso delle terre fertili. Non è la prima volta che episodi di una tale violenza avvengono in Nigeria, come ricorda la Reuters.

«Violare un luogo sacro, uccidendo fedeli e sacerdoti non è solo vile, crudele e satanico – ha scritto il presidente Mohammed Buhari, che appartiene ai Fulani – è anche chiaramente calcolato per alimentare il conflitto religioso e spingere le nostre comunità verso un circolo vizioso sanguinario infinito.

Il Parlamento nigeriano – scrive l’agenzia Nova – ha convocato Buhari per chiedergli conto di quanto il governo sta facendo per porre fine all’escalation di violenze tra agricoltori e pastori, concentrate nel centro e nell’ovest del paese.

Secondo quanto si legge sull’account twitter del portavoce della Camera bassa del parlamento nigeriano, Yakubu Dogara, i deputati hanno votato per convocare Buhari e il capo delle forze armate e hanno approvato una mozione di sfiducia nei confronti dei consiglieri alla sicurezza e dei responsabili dei servizi segreti.