Si avvicina il Natale anche in Sudan, ma purtroppo «non stiamo vivendo un periodo molto tranquillo con una guerra in corso, i profughi, i pericoli dovuti alla rinascita del Covid e i disastri dovuti ai cambiamenti climatici».
Ce ne parla fratel Fabio Mussi, missionario della Fondation Bethléem de Mouda che opera in Camerun e che adesso è presente nei campi del Ciad.
Nonostante tutto «cerchiamo di vivere l’avvento con un atteggiamento positivo di speranza».
In Aprile 2023 si è sviluppata una guerra fratricida in Sudan che ha costretto circa 560mila persone a lasciare il loro Paese per cercare rifugio nel Ciad orientale.
Tra i mille problemi della crisi umanitaria, quello dell’acqua potabile è certamente la priorità assoluta.
«In questa ottica ci siamo dati da fare per fornire delle trivellazioni per l’acqua potabile al campo dei rifugiati di Métché, che ospita circa 60.000 persone», dice fratel Fabio –
Fatime è una ragazza di 14 anni che vendeva il thè: «mi ha spiegato di aver visto uccidere suo nonno, suo padre, il fratello maggiore e quello minore – racconta Mussi – Lei, con sua madre e i due fratelli minori sono riusciti a nascondersi ed a fuggire in Ciad.
La ragazza mi diceva: “ho solo 14 anni, ma il mio cuore è ormai vecchio perché ho visto il male che gli uomini possono fare.
Ma adesso sono la sorella maggiore e devo preoccuparmi dei fratelli più piccoli”.
Nei suoi occhi pieni di lacrime c’era anche il coraggio di guardare avanti con fiducia».