«Ho la netta certezza che Cutro (che è stato un tragico segno dei tempi), non ha ancora insegnato niente».
Eppure è proprio «sugli immigrati che si giocano la civiltà e la democrazia matura» dei nostri Paesi.
A dirlo è monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vicepresidente della Cei, in questa video-intervista realizzata dalla Fondazione Missio.
Monsignor Savino ha ricordato, a proposito del bracciantato agricolo e dei migranti che cercano lavoro nelle nostre campagne, come i loro diritti non siano rispettati.
Ad essere fuori dalla legalità sono infatti molto spesso i datori di lavoro.
«E’ stata attivata il 18 aprile sorso una procedura di infrazione verso l’Italia – ha detto Savino – e altri 9 paesi per non aver rispettato completamente una delibera del 2014 relativa ai contratti lavorativi stagionali verso i fratelli e sorelle immigrati».
Ecco, «non c’è giustizia senza legalità», afferma il presule, ma la legalità non può essere unilaterale:
«ce la prendiamo con gli immigrati quando commettono delle infrazioni e non guardiamo alle nostre infrazioni nei loro confronti».
Serve invece, ha aggiunto, un «equilibrio di diritti e doveri: chiediamo doveri ai nostri fratelli e sorelle immigrati ma non possiamo non garantire loro i diritti fondamentali, tra cui il diritto al lavoro pulito con contratti seri e responsabili».