Missio Giovani, la “pastorale della stuoia” e l’incontro con l’altro

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“Missione non è tanto un fare ma un incontrare.
Ritrovarsi in qualcosa di totalmente nuovo, dove contano più i volti e le persone che non le azioni.
Le opere materiali col tempo si perdono ma le persone restano.
Non tutte le verità si trovano dentro di noi, spesso le trovi nello sguardo dell’altro”.
Don Amedeo Cristino, fidei donum per molti anni in Benin, ha esortato così la platea di Missio Giovani, commentando il Vangelo di Luca (24:13-35) sui discepoli di Emmaus.
Ha spiegato ai ragazzi riuniti per riflettere sul senso del “vedersi con gli occhi degli altri”, che andare in missione significa perdersi per ritrovarsi. Imparare dalle diversità.
Significa anche rientrare in Italia e saper riconoscere il volto di Dio laddove si nasconde.
Dove sei Gesù? – si è chiesto -Lui ci consegna questa fatica. Chi è Gesù, con chi sta?
È in Ucraina, è in Israele, è nel volto dello straniero, lo devo cercare…perchè potrebbe essere Lui.
Allora non butto via nessuno, non escludo nessuno perche quella persona potrebbe essere Lui”.
Don Amedeo nel commentare il brano evangelico ha aggiunto che “la missione è quello spazio dove concedi a Dio la possibilità di fare delle cose per te”.
All’interno di una dimensione che è anche di “spaesamento” proficuo e conduce ad uscire dalla propria confort zone per abbracciare la visione di qualcun altro.
Infine, per don Amedeo rientrato da un anno e mezzo a San Severo, la più grande lezione è la consapevolezza di poter vivere come in missione, anche a pochi passi da casa.
Una missione a km0 fatta di incontri, azione missionaria e scoperta delle potenzialità e dei bisogni altrui.
Don Roberto Ferranti, direttore del Cmd di Brescia, già fidei donum in Albania, nell’incontro della mattina aveva affermato che “la missione è anzitutto uno stile di essere Chiesa: provate a pensare…cosa colpisce della vita dei missionari?
La loro capacità di diventare parte del contesto in cui vivono, l’imparare la lingua, i costumi, le tradizioni e il loro entusiasmo di credere lì dove sono”.
 L’equipe di Brescia ha introdotto il concetto di “pastorale della stuoia”, con le parole di padre Gigi Maccalli, missionario Sma in Niger, ossia la pastorale del “con”.
Dello stare, del condivider e dell’ascoltare.
Su questo hanno riflettuto anche i ragazzi suddivisi in gruppi nel pomeriggio:
“Mi ha colpito la pastorale della stuoia – ha detto Sofio, uno dei ragazzi di Missio Giovani che studia da seminarista – quest’anno in seminario mi hanno proposto un servizio da fare: la ronda. Ossia, condividere i pasti con i senza tetto.
Ecco, quest’esperienza mi ha fatto capire che l’esigenza è sì quella di offrire da mangiare, ma anche quella di saper ascoltare”.