«Occorre mettere in atto misure per salvare vite in mare, attivare canali e visti umanitari e gestire l’accoglienza in modo proporzionato e dignitoso.
Occorre un piano europeo per l’accoglienza e la redistribuzione di richiedenti asilo e rifugiati nei 27 Stati membri che superi il Regolamento di Dublino e che non sia gestito solo su base volontaria».
E’ il Centro Astalli, tramite le parole di padre Camillo Ripamonti, a farsi portavoce della Chiesa preoccupata «per quanto sta accadendo a Lampedusa, dove nelle scorse ore si sono consumati degli scontri tra la polizia e le persone migranti».
«Sono giorni complessi – dice – la cui risposta non può essere bloccare le partenze e quindi gli arrivi.
Assistiamo a scontri e proteste che coinvolgono persone inermi, molte tra loro sono vittime di violenze nei Paesi di origine e in quelli di transito, stremate da viaggi lunghi e pericolosi».
L’auspicio di padre Ripamonti è che «l’Europa non volga lo sguardo altrove. L’Italia sia motore europeo di umanità. Le persone scappano dalla guerra, da regimi illiberali e da miseria. Evitare le partenze non è possibile e non può essere la soluzione».