L’Africa ‘martoriata’ dalle lobby industriali di gas e petrolio

Lanciato oggi a margine di Cop27 il report delle onlus dal titolo 'Chi finanzia l'espansione dell'industria fossile in Africa?'

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L’Africa è un «continente martoriato dalla spregiudicatezza dei governi e delle lobby industriali e finanziarie, a cui si aggiunge la corsa al gas africano come risposta alla crisi energetica che sta interessando l’Europa».

Così spiega Daniela Finamore, promotrice della campagna Finanza e Clima di ReCommon, associazione di promozione sociale che lotta «contro gli abusi di potere e il saccheggio dei territori».

ReCommon ha partecipato alla realizzazione del report Chi finanzia l’espansione dell’industria fossile in Africa?“,  lanciato oggi dalla organizzazione tedesca Urgewald, dalla coalizione Stop EACOP, Oilwatch Africa e altre 34 ONG africane.

Tra le prime venti multinazionali petrolifere al mondo che investono di più in Africa ci sono la francese Total (in pole position), la Sonatrach algerina in seconda posizione, e la nostra Eni al terzo posto.

Tra i finanziatori dei progetti industriali legati ai combustibili fossili in Africa rientrano molti istituti di credito, non ultimi Intesa San Paolo e Unicredit.

«Parliamo di 160 milioni di dollari da parte di UniCredit e di 110 milioni di dollari da parte di Intesa (tramite la incorporata Ubi banca) al progetto Coral South FLNG di Eni in Mozambico.

E potrebbero essere in rampa di lancio per finanziare i progetti della joint-venture Azule Energy in Angola» scrive ReCommon.

«Mentre in casa nostra si propongono come enti di prossimità, di vicinanza ai territori e sostenibilità, le nostre principali banche alimentano altrove un business fossile che, in modo particolare nel continente africano, oltre a provocare devastazione ambientale è fonte di conflitti e instabilità politica, economica e sociale», dice ancora Finamore.

I Paesi africani che presentano la più alta percentuale di investimenti nell’esplorazione di giacimenti di gas e petrolio sono: l‘Algeria con la Sonatrach, l’Egitto con Eni, BP, APA Corporation, Nigeria con la Shell, ExxonMobil, Sunlink, TotalEnergies e Namibia con la Qatar Energy, Shell, TotalEnergies, Namcor.

Seguono l’Angola con TotalEnergies, Sonangol ed Eni e il Mozambico con Exxon Mobil.

Clicca qui per il report.

 

(La foto in evidenza è la cover del rapporto delle ong lanciato oggi a margine delle Cop27, protest in Kampala by Reuters/Abubaker Lubowa)