La missionaria Loredana Vigini deceduta in Brasile: “una vita vissuta in pienezza, felice di ciò che faceva”

Don Alessandro Amodeo, direttore del CMD di Trieste, suo amico dai tempi dell'oratorio dice: "ha tirato su intere generazioni di chitarristi in parrocchia".

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«Da un lato c’è un forte dolore per la morte di Loredana, ma dall’altro la certezza che la sua è stata una vita vissuta in pienezza: stava facendo esattamente ciò per cui era nata, rispondendo ad una vocazione di Dio su di sè, in coerenza estrema con ciò che aveva iniziato in Italia».

E’ don Alessandro Amodeo, direttore del Centro Missionario Diocesano di Trieste, amico di vecchia data di Loredana Vigini, a tracciare un profilo intenso della missionaria deceduta in Brasile.

La donna, 53 anni, missionaria laica a San Paolo del Brasile, dopo due giorni di coma è morta stamani, dopo che era stata investita da una bici in fuga.

«Forse è una consolazione, ma una consolazione autenticamente cristiana: quella di sapere che Loredana ha vissuto fino all’ultimo momento esattamente nel posto che Dio le aveva dato», dice.

Don Alessandro che negli anni è sempre rimasto in contatto con Loredana, è stato il primo a dare la notizia ad una delle sorelle della donna, appena accaduto il fatto, come ci racconta al telefono.

«Siamo stati contattati da una suora che era lì nell’ospedale di San Paolo dove Loredana è stata ricoverata – dice – la religiosa cercava i famigliari della donna.

Quando il vicario generale mi ha passato questo messaggio, mi sono ricordato che conoscevo la famiglia di Loredana, in particolare una delle sorelle.

L’ho chiamata ed era incredula: aveva infatti parlato con Loredana appena un’ora prima.

E’ molto probabile che avesse appena chiuso la conversazione con sua sorella quando è stata investita».

La vita della missionaria è stata intensa e ricca di scelte tutte legate alla missio ad gentes in senso più ampio.

«Loredana era entrata nella Comunità di Villaregia come laica, poi se ne è separata per fondare una propria comunità, ‘Semente Viva’ – ci racconta sempre don Amodeo – Aveva avuto qualche problema di salute, ma ogni volta era rientrata in Brasile per proseguire il cammino.

In particolare curava il bibliodramma, la drammatizzazione di episodi del vecchio testamento: un lavoro molto bello e forte in Brasile».

Il sacerdote aveva condiviso con Loredana gli anni più belli in parrocchia, a Trieste, durante tutta l’età adolescenziale e giovanile:

«Mi era molto cara e insieme siamo cresciuti all’oratorio nella parrocchia di San Vincenzo De Paoli, a Trieste: eravamo un gruppo bello e numeroso, come lo erano le parrocchie degli anni 80-90.

La nostra contava 16mila persone, abbiamo fatto campi scuola, viaggi e incontri dell’Azione cattolica a Roma o in giro per l’Italia: Loredana c’era sempre, ha tirato su intere generazioni di chitarristi, di parrocchiani. La sua è stata una vita profondamente coerente con la scelta di evangelizzazione».

Venerdì prossimo, 10 febbraio, «celebriamo in diocesi una messa per lei alle 18.30 nella chiesa di sant’Antonio nuovo a Trieste».