L’organizzazione svedese ‘Uppsala Conflict Data Program’ registrava nel 2022, 55 conflitti armati nel mondo dei quali otto considerati come guerre.
In questi anni, nella complice adesione di Paesi e Comunità Internazionale, i fabbricanti di armi hanno pienamente risposto alle aspettative e attese delle elite politico-finanziarie che vogliono ad ogni costo perpetuarsi al potere.
Le guerre sono il mezzo privilegiato che garantisce perennità e guadagni alle industrie degli armamenti e all’ideologia letale che le crea.
Non dovremmo però lasciarci illudere o fuorviare dalle necessarie analisi geopolitiche o macroeconomiche.
Il Sistema di Dominazione che a tutt’oggi continua a governare il mondo, trova ispirazione e giustificazione in un malessere di natura che potremmo definire religiosa.
Le divisioni e contraddizioni del mondo e delle strutture portanti delle società evidenziano le conseguenze di un rapporto distorto degli umani col loro destino.
La rottura del legame con l’origine è il nostro dramma.
Il vuoto che, soprattutto nell’occidente, sembra condurlo al nichilismo, si esprime in particolare nel declino demografico che appare come uno dei sintomi della perdita del senso e fiducia nella vita.
Ridurre le persone a meri consumatori, carne da cannone, elettori occasionali di una politica asservita al capitale, sudditi di un progetto imperiale, merce di scambio per un potere ammalato di arroganza o servitori volontari del dio denaro non può che condurre alla riarmamento del mondo.
Si tratta, infatti, di una risposta violenta alla violenza radicale perpetrata sulla dignità della persona umana.
Ciò a cui assistiamo nello spazio del Sahel, da secoli luogo di convivenze serene e conflitti anche armati, non si distacca dalla prospettiva citata.
Infatti, solo nel 2023 sono 11 643 i morti da attribuire alla violenza dei gruppi ‘islamisti’.
I decessi sono triplicati dal 2020, data del primo colpo di stato giustificato proprio per motivi di sicurezza.
Da allora sono seguiti altri ‘putch’ con una graduale militarizzazione della vita politica e sociale.
Le spese negli armamenti sono andate a scapito di quelle sociali e non casualmente sono i militari ad aver preso il potere in questi Paesi.
Il totalitarismo nel pensiero sulle armi come unica salvezza è la storia antica di una sconfitta annunciata.