La guerra (e la morte) non avranno la meglio, in Ucraina come in Brasile

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Nel Nord est del Brasile da anni opera il comboniano fratel Francesco D’Aiuto. Ci racconta la guerra ucraina vista dall’America Latina.

«Stiamo vivendo una notte scura a livello sociale, politico, economico.

Credevamo che la pandemia potesse trasformarci in persone più buone, più sensibili e umane: in alcuni casi tutto questo è avvenuto, ma in generale stiamo cadendo in un buio ancora più profondo rispetto alla pandemia.

Una notte scura come quella che vive il popolo dell’Ucraina, la notte della guerra!

Ringrazio continuamente Dio per il dono dei fratelli, della solidarietà che ci sostiene nei nostri progetti, per la missione e per i poveri con cui viviamo e operiamo.

Ieri sera è andata via la luce, siamo rimasti al buio per alcune ore.

Rimanere al buio a Marcos Moura (quartiere alla periferia di Santa Rita, che a sua volta è periferia di Joan Pessoa, capitale dello Stato brasiliano di Paraiba, ndr) è triste, mette paura, la tenebra è molto densa.

In mezzo a questa oscurità, pensavo alle tenebre in cui siamo avvolti, anche in pieno giorno.

In realtà la guerra da molto tempo crocifigge intere popolazioni impoverite dai predatori di materie prime e altre risorse.

Ma adesso la viviamo in modo peggiore perché è più vicina a noi, ci è scoppiata sotto il naso. Una notte della morte, imposta dall’egoismo umano, da interessi economici e di potere.

La notte della miseria, della negazione dei diritti, dell’abbandono e dell’esclusione. La notte del traffico di droga e della violenza.

Il buio del nostro cuore incapace di perdonare ed amare, il buio della rassegnazione di fronte al mistero del male e della violenza.

Ma Dio non si rassegna. Dio ci ama al punto di morire sulla croce. L’amore non ha bisogno di essere gridato, ma vissuto e donato.

La croce dice tutto senza dire una parola. La verità di Dio sta nel mistero pasquale. È dalla contemplazione della Croce che conosciamo il vero Dio ed è ai piedi della Croce che penetriamo il mistero dell’uomo.

La Chiesa autentica è quella che sa condividere le sofferenze dell’umanità.

Ma la morte non è l’ultima parola, Gesù Cristo è risorto! Gesù Cristo vive!

Dio è più che mai vivo nelle comunità che si impegnano a vivere e testimoniare il Vangelo, è vivo in chi cerca la giustizia, nei movimenti popolari che difendono e promuovono la vita, nelle iniziative in difesa della pace e dei diritti umani, nello sforzo costante di creare un mondo più giusto e fraterno.

Dio è più che mai vivo nel lavoro di centinaia di persone solidali e tenaci che si impegnano per difendere e promuovere la vita dei più poveri.

Qui da noi Dio è più che mai vivo nei raccoglitori di rifiuti, i catadores della Cooremm, negli educatori e nei bambini del Progetto Legal (per approfondire, vedi box).

Se è un imperativo etico opporsi ad ogni forma di ingiustizia e di violenza, è un “obbligo pasquale” liberare il cammino dei più piccoli dalla miseria e dalla violenza.