La Farnesina in ascolto dei missionari italiani: “danno lustro all’Italia”

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Cinque missionari dai cinque continenti; cinque storie di vocazione e missione in rappresentanza di tutte quelle dei missionari italiani nel mondo.
Sono stati loro i veri protagonisti dell’incontro di oggi alla Farnesina, tra ministri e diplomatici che si sono messi in ascolto.
Un’occasione per «rinsaldare il legame» tra la rete diplomatica e gli inviati ad gentes, ha precisato il Sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.

L’evento si è svolto nella sala delle Conferenze internazionali del ministero: «se l’Italia è così conosciuta e apprezzata ovunque, molto lo dobbiamo a voi», ha detto il ministro Luigi Di Maio.
Tra i missionari invitati c’erano anche padre Livio Maggi del Pime in collegamento da Yangon, ed in sala padre Luca Bergamaschi di Operazione Mato Grosso. Era presente all’evento anche don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio.
I missionari rappresentano «un pezzo di “soft power” dell’Italia all’estero», sono dei «presidi di tolleranza ed umanità che restano laddove tutti gli altri si ritirano», ha detto Della Vedova.
I missionari «danno lustro all’Italia nel mondo», hanno ribadito lui e Di Maio.
«Meritano più attenzione da parte di tutti – ha esortato ancora Maggi – Lo scandalo (nella Chiesa) fa più notizia, mentre i missionari hanno poca voce».
Padre Livio ha poi raccontato il lavoro del Pime i cui missionari sono presenti con costanza in Asia, dalla Thailandia alla Cambogia alla Birmania, dove la sicurezza in questi mesi è stata messa a dura prova.
«Essere missionaria per me è farmi sorella di chi mi sta accanto indipendentemente dalla sua cultura, dalla sua lingua e dalla sua fede», ha detto suor Anna Molinari, missionaria canossiana a Darwin in Australia.
Altrettanto forte la testimonianza di suor Maria de Lurdes Lodi Rissini, scalabriniana a Johannesburg.
Il Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, mons. Paul Richard Gallagher, ha parlato dell’importanza dell‘inculturazione e del dialogo interreligioso.
«La nostra missione non è interessarci ai grandi problemi politici, ma incontrare le persone una ad una, e dire loro che Dio è interessato a lui, è interessato a lei», ha aggiunto suor Benedetta Carugati, delle Missionarie della Carità di Madre Teresa di Calcutta, parlando dall’Armenia.
La speranza, ha aggiunto suor Carugati, è ciò che i missionari vanno a portare laddove guerre, crisi di regimi e povertà, hanno annientato lo sguardo.
E ancora: «Il missionario è come un sassolino nella scarpa» poichè è portatore di istanze di giustizia universale, ha detto padre Luca Bergamaschi, Operazione Mato Grosso. «Io ringrazio i poveri che mi permettono di imparare ad amare.
Per incontrarli, anche noi dobbiamo frequentare le periferie», ha aggiunto Bergamaschi, raccontando la «buona battaglia, lo sforzo di far passare un cammello nella cruna di un ago», che ogni giorno compiono decine di volontari, religiosi, laici, famiglie dell’Operazione Mato Grosso.