È quasi scontato che ogni singolo Paese, nazione o comunità etnica presente in questo pianeta, abbia una politica riservata esclusivamente ai suoi giovani. Ovviamente non esistono politiche uguali, valide per tutte le diverse realtà del mondo: i governi dittatoriali – per esempio – nei confronti della loro gioventù attuano una vera e propria martellante educazione all’obbedienza “cieca, pronta e assoluta” che abbia un sacro rispetto dell’autorità costituita da rasentare quasi il fanatismo. Per fare ciò si incomincia fin dai primi anni della scuola elementare, quando ai bambini vengono presentati i fatti della storia passata, nonché della cronaca recente non in maniera obiettiva ma manipolata ad uso e consumo secondo l’ideologia del potere dominante.
Anche nelle nazioni cosiddette democratiche o pseudo tali, il rischio – da parte di insegnanti, maestri, educatori e talvolta, purtroppo, anche di catechisti e animatori parrocchiali – di presentare ai giovani una realtà sociale, economica e religiosa, soprattutto quella legata ai cosiddetti Paesi del terzo mondo, non corrispondente al vero è sempre in agguato. Come, ad esempio, per quanto riguarda il grave problema degli extracomunitari, presentati a volte anche nei nostri ambienti, come perturbatori dell’ordine pubblico.
Se si vuole prendere le misure necessarie per fare dell’avvenire dei più giovani una priorità nazionale che abbia alla base valori e princìpi di spessore, bisogna inserire nel cammino pedagogico dei punti fondamentali a cui tutti devono attenersi.
Papa Francesco nella recente visita in Madagascar parlando ai giovani di quel Paese ricordava loro che «la realtà, anche la più difficile, può essere cambiata». Egli «ci chiede di non avere paura di sporcarci le mani». Siamo invitati, nel nostro cammino di fede, a scoprire il volto di Gesù nei volti degli altri. Pertanto papa Francesco chiede a ogni giovane: «Il Signore può contare su di te? La Chiesa può contare su di te? Il tuo Paese può contare su di te?». Per i giovani sognare di costruire un mondo giusto e fraterno è molto più di una priorità giovanile: è un cammino impegnativo ed esaltante che va prolungato per tutta la vita. Il papa indicando ai giovani Maria come modello di umanità, ha detto loro: «Quella ragazza che ha detto “sì” senza giri di parole, oggi è la Madre che veglia sui suoi figli che camminano nella vita spesso stanchi, ma che desiderano che la luce della speranza non si spenga». Questo lo desideriamo anche noi: «Che la luce della speranza non si spenga mai nei nostri cuori».