In Kenya la Chiesa cattolica si schiera con i giovani, messe e preghiere per i morti

Facebooktwitterlinkedinmail

Anche la Chiesa cattolica keniana sostiene il movimento dei giovani ‘ribelli’ che hanno chiesto ed ottenuto il ritiro della Legge finanziaria in Kenya.

Dopo la mossa a sorpresa del presidente William Ruto, che ha sostanzialmente rimosso gran parte dei ministri del suo governo per andare incontro alle richieste dei giovani, i vescovi e i parroci di diverse diocesi si sono ufficialmente schierati con le nuove generazioni.

E soprattutto hanno preso parola contro la violenza della polizia in strada.

Una messa speciale è stata organizzata nelle parrocchie, sia dentro che attorno Nairobi, per «onorare coloro che sono stati ammazzati dalla Polizia durante le proteste contro l’aumento delle tasse in finanziaria». 

Lo scrive il sito della BBC in un pezzo di approfondimento dal titolo: “We are the Church”, ossia: “noi siamo la Chiesa, le proteste contro le tasse fanno breccia sui leader cristiani”.

«Queste manifestazioni sono state davvero potenti! Perfino il Fondo monetario internazionale chiede scusa per il costo dei debiti. Veramente abbiamo uan potenza tra le mani…».

Così commenta con noi Fra Ettore Marangi, missionario francescano a Nairobi.

Secondo fra Ettore i cortei sono stati sempre ben mirati e pacifici, eccetto alcuni degli infiltrati, e questa strategia risulta assolutamente vincente in Africa.

Centinaia di giovani si sono affollati nella basilica Holy Family per pregare e ricordare le persone uccise in strada durante i cortei dei giorni scorsi.

Così racconta l’emittente americana, scrivendo che:

i ragazzi, con le loro azioni non violente hanno «scosso una istituzione potente, in un Paese nel quale oltre l’80% della popolazione, incluso il presidente, è cristiana».

La protesta di massa, che ha portato in piazza centinaia di migliaia di persone (studenti e persone appartenenti alla classe media) è senza precedenti in Kenya e finora sembra aver dato i frutti sperati.

La nuova generazione (la Gen-Z) chiede maggior partecipazione democratica, più giustizia ed equità sociale, meno tasse e più lavoro».