Rapimenti, stupri, detenzioni arbitrarie di donne, violenze anche sessuali sui bambini (dirette ed assistite), uccisioni e torture.
La guerra del Tigray è stata una carneficina. Ossia un «crimine contro l’umanità». Commesso sia dall’esercito governativo che dalle milizie indipendentiste del Tigray.
Dopo mesi e mesi di indagini e raccolta dati e testimonianze (tra cui 269 confidential interviews) a dirlo è un dettagliato report delle Nazioni Unite pubblicato oggi.
In Etiopia sono stati commessi «seri abusi e violazioni dei diritti umani» da entrambe le parti, con responsabilità evidenti del premier etiope Abiy Ahmed, che infatti non ha tardato a replicare.
L’inchiesta congiunta è firmata dalla Ethiopian Human Rights Commission (EHRC) e dall’Office of the United Nations High Commissioner for Human Rights (OHCHR). Per leggerla in inglese clicca qui.
Si parla esplicitamente di torture, abusi (anche sui bambini con «lesioni fisiche, separazione dai genitori e violenza assistita»), uccisioni e stupri.
Vi si legge che: «il team di investigatori ha ragione di credere che tali violenze siano riconducibili a crimini contro l’umanità e crimini di guerra, il che richiede ulteriori approfondimenti».
Più si procede nella lettura più i dettagli si fanno agghiaccianti.
«Cinque donne sono state rapite, tenute prigioniere e stuprate per un periodo che va dai tre giorni ai tre mesi. A novembre 2020 una ragazza di 19 anni di Mekoni, sopravvissuta alle violenze è stata rapita da un soldato delle Forze di Difesa Nazionali Etiopi che ha identificato se stesso come un “Amhara Agew“.
E’ stata portata in un luogo sconosciuto nella regione di Amhara dove è stata detenuta contro la sua volontà per tre mesi in casa del soldato».
Il dossier prosegue con testimonianze, denunce e raccomandazioni: lo step successivo è costituire una Commissione d’inchiesta che porti i responsabili in tribunale, ossia presso la Corte Penale Internazionale.
Inoltre si chiede al governo di Addis Abeba di rimuovere tutti gli ostacoli alla libera circolazione degli aiuti umanitari in Tigray e regione dell’Amhara.