Il Sinodo al lavoro, tra timori di guerra e speranza di pace

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«Mentre celebriamo questa Assemblea, in tante parti del mondo si combattono guerre! Siamo sull’orlo di un allargamento del conflitto.

Quante generazioni dovranno passare prima che i popoli in guerra possano tornare a “sedersi insieme” e a edificare insieme un futuro di pace?».

Con il saluto del cardinale Carlos Aguiar Retes, presidente delegato, ha avuto inizio nel pomeriggio, alla presenza di papa Francesco, nell’Aula Paolo VI in Vaticano, la prima Congregazione Generale della Seconda Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, sul tema: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione” (2-27 ottobre 2024).

In aula i 368 partecipanti di cui 96 non vescovi, oltre a otto invitati e 16 delegati fraterni (tra cui un rappresentante della Chiesa siro-ortodossa e uno della Federazione luterana mondiale).

«Come credenti siamo chiamati a desiderare e pregare per il dono prezioso della pace per tutti i popoli. Alla preghiera continua dobbiamo unire sempre la testimonianza credibile.

Questa Assemblea è per sé stessa una testimonianza credibile – ha detto ancora il cardinal Aguiar Retes -. Il fatto che uomini e donne siano convenuti da tutte le parti della terra per ascoltare lo Spirito ascoltandosi gli uni gli altri è un segno di contraddizione per il mondo».

Papa Francesco ha definito la Chiesa sinodale come un «vessillo innalzato tra le nazioni in un mondo che – pur invocando partecipazione, solidarietà e trasparenza nell’amministrazione della cosa pubblica – consegna spesso il destino di intere popolazioni nelle mani avide di ristretti gruppi di potere».

L’orizzonte di questa assemblea è la Chiesa, e il desiderio è che «il risultato del nostro lavoro sulle relazioni, sui processi, sui luoghi sia di aiuto per l’edificazione di un mondo più giusto.

Tanti pensano che la finalità del Sinodo sia un cambiamento strutturale della Chiesa, sia la riforma.

È questa un’ansia, un desiderio che attraversa tutta la Chiesa. Tutti noi la desideriamo, eppure non abbiamo tutti la stessa idea di riforma e delle sue priorità – ha sottolineato il cardinal Aguiar Retes – ma è lo «Spirito della verità, che guida la Chiesa a tutta intera la verità» (Gv 16,13).

Se lo Spirito Santo non avesse il primato nei nostri lavori, la finalità del Sinodo sarebbe amministrativa giuridica o politica, non ecclesiale».