«Siamo in un una situazione critica ma la Guinea Bissau è abituata a vivere in situazioni critiche: da una parte ci aspettiamo il peggio, è vero, ma non possiamo star qui con le mani in mano ad attendere gli eventi.
Pertanto le nostre attività e la preparazione dell’avvento, e il pellegrinaggio al santuario di Cacheu proseguono come in tempi di pace».
A parlarci da Bafatà è don Lucio Brentegani, missionario fidei donum in Guinea Bissau da molti anni, in questi giorni testimone del caos sociale e civile che ha fatto seguito al tentativo di golpe dello scorso 3 dicembre. Punito il 4 dicembre dal presidente Embalo con lo scioglimento delle Camere.
La forza della missione e dei missionari sta anche qui: nel registrare, come testimoni, gli sconvolgimenti in atto nei Paesi di missione, e riuscire tuttavia a mantenere aperta la via della speranza.
«Nonostante il grande caos che regna, noi il nove dicembre prossimo saremo in pellegrinaggio nazionale al santuario “Nossa Senhora da Natividade” di Cacheu, nella diocesi di Bissau – racconta don Lucio – In occasione della festa dell’Immacolata ci recheremo lì in processione come ogni anno.
Solo che stavolta il nostro pellegrinaggio avrà un sapore ancora più grande e particolare perchè cominciano le celebrazioni per i 100 anni dalla nascita di don Settimio Ferrazzetta, il primo vescovo della Guinea Bissau nato nel 1924 e deceduto nel 1999».
Il vescovo francescano, originario di Verona, è venerato in questo Paese come grande evangelizzatore e per lui il centenario inizia un anno prima e proseguirà per tutto il 2024.
A proposito delle conseguenze del tentato Colpo di Stato (il secondo nel giro di un anno), don Lucio dice che al momento «la situazione è tesa», non tanto in termini fisici e di sicurezza, ma di prospettive per il futuro.
«Andando pochi giorni fa da Bafatà a Bissau – racconta il fidei donum – non ho trovato militari nè cordoni di sicurezza».
Però «è evidente che sotto le ceneri ci sono braci accese»
Ciò che è accaduto è che il presidente Umaro Sissoco Embalo ha sciolto il Parlamento della Guinea Bissau poichè ha ravvisato proprio nella Camera dei deputati (le elezioni si sono tenute appena quattro mesi fa) un pericolo di sovversione.
La Guardia Nazionale aveva infatti liberato due ministri arrestati con accusa di concussione.
L’annuncio di scioglimento del Parlamento è stato respinto come incostituzionale da uno dei principali oppositori del presidente, Domingos Simoes Pereira, che era a capo della Camera.
Don Lucio ci spiega che «attorno ad una questione interna (legata all’arresto del ministro delle Finanze e del segretario di Stato ndr.) si è montato un caso che ha portato il Presidente a convocare il Consiglio di stato e a sciogliere il parlamento».
Tuttavia le Camere in base alla Costituzione non potrebbero essere sciolte prima di 12 mesi dalla loro nomina.