Guatemala: in missione a Tacanà, con don Angelo e Los Angelitos

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Psicologo e psicoterapeuta, Domenico Paciello ha trascorso vari mesi come volontario accanto a don Angelo Esposito, fidei donum della diocesi di Napoli in missione a Tacanà (Guatemala).

 

Ieri, tra la miriade di gente povera e disperata che affolla la stanza di attesa dell’ospedale “Los Angelitos” a Tacanà (Guatemala), c’erano come sempre giovanissime donne con infagottati in spalla i propri piccoli figli, e una manciata di uomini.

Presso l’area di Psicologia abbiamo accolto una giovane coppia con i loro due bambini.

La più grande, di cinque anni, e il più piccolo, di uno, entrambi affetti da denutrizione grave.

Arrivano da una delle tante comunidad, villaggi rurali talvolta sperduti tra le montagne della regione di San Marcos.

Scopriamo che entrambi i genitori non sanno né leggere né scrivere e che fino a poco tempo fa i due figli non risultavano nemmeno registrati all’anagrafe.

Entrambi i genitori non hanno lavoro e mentre la moglie si occupa dei figli in casa, suo marito si arrangia con lavoretti saltuari.

Come tantissimi uomini in Guatemala, anche questo papà cerca di curare le ferite del cuore con l’alcol – una piaga che qui distrugge migliaia di vite – e una volta ha pure minacciato di suicidarsi con del veleno, fortunatamente senza successo.

Non ci si abitua mai alle storie che incontriamo qui, nonostante siano tantissime e molto simili tra loro.

Quegli occhi stanchi, spenti, svuotati di ogni speranza che già i bambini portano scolpiti in volto.

E così, mentre il mondo si affanna a spegnere, per finta o apparentemente, maestosi conflitti mondiali e cerca di spiegarci complicati questioni di politica estera, la guerra è già qui tra noi.

Tra chi arranca per l’onda lunga delle ingiustizie e della corruzione di pochi potenti che decidono anche per la loro vita o, meglio sarebbe dire, per la loro sofferenza e morte.

Qui a Tacanà è stato recentemente inaugurato il progetto scolastico “Aprender jugando” (“Imparare giocando”), rivolto a bambini e adolescenti tra i sei e i 12 anni che frequentano una delle (poche) scuole pubbliche della città.

Il progetto mira a trattare le problematiche del bullismo e della violenza a scuola.

(Questo articolo per intero sarà pubblicato sul numero di settembre-ottobre di Popoli e Missione).