«Gesù ha preso posto tra gli ultimi della Storia e noi cristiani scandalosamente continuiamo a fare la stessa cosa. Che ci piaccia o no, il Vangelo è scandaloso! Se Gesù avesse preso posto tra i primi della classe, qualcuno di noi forse sarebbe stato pure più contento, ma siccome invece Gesù ha detto: “prima gli ultimi, gli ultimi devono essere i primi e da quelli si misura il regno”…facciamocene una ragione! Se siamo cristiani, Matteo 25 è la nostra legge indiscussa».
A parlare in questa intervista con Popoli e Missione è don Federico Tartaglia, sacerdote di Roma, per dieci anni missionario fidei donum in Malawui. Don Federico è autore del libro “E’ ora di vedere Gesù (e ti spiego perchè)”, delle edizioni Ancora.
Se i cristiani leggessero ogni giorno il vangelo, nutrendosene con gli occhi di Gesù, argomenta don Federico, probabilmente tratterebbero diversamente anche i migranti.
«Rispetto alle migrazioni ci possono essere opinioni diverse – dice – nei limiti della decenza umana, ma il modo di parlare e di pensare dei cristiani non può che nascere da un contatto semplice rispetto al vangelo: annunciarlo a tutti».
Molti cristiani criticano le parole di Papa Francesco, argomenta il sacerdote, «ma io vorrei chiedere loro: ci rendiamo conto che criticando certe affermazioni del Papa critichiamo il vangelo? Quando Papa Francesco cita la carne di Cristo non si sta inventando niente…E’ Matteo 25».
«Io ormai penso di avere un tipo di comunicazione collaudata che è quella di parlare da missionario a chi è lontano affinchè capiscano i vicini», dice.
Con i suoi libri don Federico Tartaglia intende stimolare alla riflessione ma soprattutto alla pratica cristiana: la lettura diretta e semplice dei testi sacri dovrebbe riguardarci tutti.
«Queste sono le mie due felici ossessioni: annunciare il vangelo a chi è lontano, e a chi è vicino ricordare la semplicità della verità», dice.
Secondo don Federico Tartaglia «non si può vivere la fede senza un contatto diretto e personale con la scrittura». Il che significa anche godere della bellezza del silenzio di fronte alla parola di Dio.
«Il problema spesso è la pigrizia, è il non avere tempo. Noto una trasandatezza dal punto di vista spirituale, fatta di pregiudizi. I sacerdoti pensano che i cristiani che leggono da soli i testi sacri possano commettere delle eresie; i credenti da parte loro hanno paura e vogliono che qualcuno spieghi loro ogni passo, ogni lettura».
Ma una cosa è certa: «se leggi il Vangelo stai sicuramente meglio di chi non lo fa!».
La cosa più importante è mettere «la propria vita in silenzio difronte al testo scritto. Questo deve accadere per ogni credente: cinque minuti al giorno, ti fermi e ascolti il testo biblico. Poiché, da Abramo in poi, ciò che ha prodotto il parlare di Dio è sempre stato l’ascolto dell’uomo».
Questo nuovo libro di don Federico nasce dalla stessa visione del precedente: non si può essere cristiani senza aver chiara la sorgente: la persona di Gesù.
«La sorgente di questo mistero che giunge a noi è Gesù còlto nella sua storia personale, da quando viene generato a quando risorge presente in eterno. Questo mistero è l’unica cosa necessaria per noi cristiani. La mia intuizione è che ne stiamo facendo sempre di più a meno».
Con il libro ‘E’ ora di vedere Gesù”, don Tartaglia vuole farci innamorare dell’uomo Cristo e delle sue peculiarità che sono umane e divine insieme.
«Più vado avanti – dice – e più vedo che le persone possono avere le loro devozioni, da padre Pio alla Madonna, ma Gesù che fine fa? Il primo Gesù da andare a cercare è quello evangelico: cosa lui pensava e diceva. Quella è la sorgente!».
L’ultima parte del libro è quella in cui offre i suoi «consigli per una pratica cristiana ancorata ad un ascolto quotidiano della parola di Gesù. Questo libro è un tentativo di mettere in mano una pratica».