Si è appena conclusa a Piombino la mostra ‘Minerali Clandestini’, allestita nelle scuole e nelle piazze.
Di cosa si tratta? Di una installazione fotografica orizzontale, distesa per terra, con un paio di punti di rottura verticali, specchi, nei quali ci si può immedesimare con l’altro, l’africano non miserabile. Difficile spiegarla, è da vedere, da camminarci sopra, immergersi nelle immagini.
Il tema è scottante, si parla di minerali clandestini, accolti a braccia aperte anche se sono causa di conflitti armati molto sanguinosi, han già “prodotto” milioni di morti, ma sono indispensabili per l’alta tecnologia di cui usufruiamo.
In particolare si approfondisce la storia, l’uso e il meccanismo commerciale perverso di 4 minerali da cui si estrae oro, tungsteno, stagno, tantalite… irrinunciabili per il buon funzionamento di cellulari, computer, auto, lavatrici e molto altro.
Si racconta anche del cobalto, il minerale della guerra già presente e che si svilupperà in futuro… perché sarà richiesto in quantità enormi per le batterie delle automobili ibride ed elettriche.
Il paese simbolo di questa profonda ingiustizia è la Repubblica Democratica del Congo, enorme bacino di ricchezze e materie prime (minerali, acqua, terra fertile, foreste) ma con un PIL pro capite di circa 2 dollari al giorno.
Ciò significa che i pochi ricchissimi e corrotti del paese guadagnano migliaia di dollari e la stragrande maggioranza della popolazione ricava dal proprio lavoro a fatica di che mangiare.
A tutto ciò si aggiunge la guerra di bassa intensità, che provoca morti ogni settimana ammazzati dalle milizie.
I miliziani bramosi di denaro si contendono le miniere per la rivendita del minerale, spesso in cambio di armi, ad una filiera che, passando per il sud-est asiatico per la lavorazione, trasforma il minerale ed il metallo che se ne ricava in microchip, schede SIM e RAM e batterie.
L’accaparramento di tali minerali a costi molto al di sotto del prezzo di mercato in occidente avviene sempre a spese dei minatori; nel caso del cobalto e del coltan (da cui si estrae la tantalite) è anche a spese di tanti bambini, che sono costretti ad un durissimo lavoro per un paio di dollari al giorno. Il governo è debole su questo tema, i troppi potenti sono collusi con questo sistema ed il commercio illegale se ne approfitta.
Le soluzioni per il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori esistono: la legge Dodd Frank negli Stati Uniti e la nuova legge promulgata dall’Unione Europea nel 2016. Entrambe, pur con diverse sostanziali differenze, obbligano le grandi aziende che utilizzano queste materie prime ad acquistarne solo di certificate non provenienti da zone in conflitto o ad alto rischio di conflitto.
Ma possiamo tutti fare qualcosa, decidere di informarci bene sulle marche di cellulare che sono già abbastanza conformi alla legge europea (che diventerà pienamente operativa nel 2021), e ce ne sono; decidere di non cambiare continuamente cellulare e di attivare, in pratica, un consumo critico nei confronti anche dei beni tecnologici.
La mostra è stata esposta nelle Scuole Superiori di Piombino (ISIS Carducci – Volta – Pacinotti; Istituto Superiore Einaudi – Ceccherelli) e per le vie del Centro (p.zza Gramsci e C.so Italia) approfittando del giorno di mercato.
Un gruppo di giovani studenti del settore turismo, molto interessati al tema, ha partecipato attivamente alla gestione dell’installazione, preparandosi e mettendosi a disposizione come guide nella visita all’installazione, in un processo virtuoso di collaborazione tra istituzioni pubbliche ed associazioni per informare i giovani e l’intera cittadinanza sull’ingiustizia di questo commercio, di cui noi siamo inconsapevoli beneficiari finali.
Il Vescovo Giorgio Biguzzi, missionario saveriano, e Maurizio Di Schino, giornalista missionario di TV2000, sono stati i protagonisti di un dialogo sul tema, partecipato con interesse soprattutto dai giovani.