«Tutte le conquiste ottenute lottando, saranno salvaguardate. Tutti i nigerini innamorati della democrazia e della libertà, sapranno sorvegliarle».
Questo si legge in un messaggio Twitter comparso stamani sul profilo ufficiale della Presidenza del Niger e su quello personale del Presidente Bazoum, alle prese con un Colpo di Stato.
Si tratta di un appello neanche troppo velato al popolo, affinchè prenda le difese del presidente Mohamed Bazoum, da ieri ostaggio di forze golpiste interne all’esercito.
In Niger, paese del Sahel geo-politicamente strategico per l’Europa che esternalizza le frontiere in Africa, è in corso un “coup d’Etat” in piena regola.
Il che vuol dire anche confini chiusi, Costituzione annullata, istituzioni statali sospese e famiglia presidenziale ostaggio degli elementi ammutinati in seno alla Guardia presidenziale.
La conferma è arrivata stamane da un portavoce dell’esercito, il colonnello Maj Amadou Abdramane.
In un video divulgato dalla tv nazionale Abdramane ha confermato che «le forze di sicurezza e difesa», da lui rappresentate, sotto il “Consiglio Nazionale per la Salvaguardia della Patria”, hanno deciso di «mettere fine al regime che conoscete». Qui il video.
Il presidente democraticamente eletto (e alleato dell’Occidente), Mohamed Bazoum e la sua famiglia, sono ostaggio delle guardie golpiste.
Le quali però in questo video garantiscono che rispetteranno l’incolumità fisica degli ostaggi.
Mauro Armanino, missionario SMA a Niamey ha fatto sapere con una nota che per ora tutto appare calmo e che «alcuni feriti sono stati portati all’ospedale nazionale, forse in seguito ai colpi della Guardia Presidenziale per scoraggiare quanti stavano dimostrando attorno alla casa del Presidente Bazoum».
Secondo Armanino ‘la tecnica’ del Colpo di Stato è oramai divenuta una prassi nel Sahel, poichè manca del tutto una classe politica che faccia opposizione.
Per cui la forza militare va a sostituire l’alternanza politica.
«Lo smantellamento dei partiti politici di opposizione, voluto o subito, e la ‘migrazione’ di deputati al campo presidenziale, – scrive Armanino – hanno ridotto lo spazio politico istituzionale».
Inoltre «la cancellazione della classe intellettuale, comprata, venduta o messa all’asta ha comportato un vuoto di pensiero difficilmente colmabile».
Per il missionario è «triste che per operare un cambiamento politico si debba passare dal non politico».