Nel Congo orientale si teme la scomparsa di centinaia di bambini, separati dalle loro famiglie in seguito all’eruzione del vulcano del monte Nyiragongo, eruttato sabato scorso.
L’allarme lo lancia l’Unicef dicendo che sono 150 i bambini dispersi durante l’evacuazione dei villaggi attorno a Goma, e a Goma stessa. Sono invece 15, finora, i morti accertati in seguito all’eruzione.
Una vera e propria ‘evacuazione di massa‘ (sono 8mila gli sfollati), per evitare una tragedia, in una capitale che conta 2 milioni di abitanti, costretti a subire già molte altre calamità (fame, carestie, guerriglia e violenze settarie), in particolare in questa zona dell’est della Repubblica Democratica del Congo.
Parliamo esattamente del Nord Kivu, la stessa regione nella morsa delle milizie armate che è stata teatro del brutale omicidio del nostro ambasciatore Luca Attanasio, del carabiniere della sua scorta e del loro autista, a febbraio scorso.
Stavolta a sconvolgere l’esistenza di migliaia di persone già provate è un fenomeno di eruzione vulcanica che per fortuna non ha toccato il cuore della città: la lava ha raggiunto l’aeroporto internazionale di Goma ma si è fermata prima di aggredire le vie cittadine.
Le pendici del vulcano sono a 10 km esatti dalla città e l’ultima eruzione risale al 2002 quando la lava sorprese ed uccise 250 persone e ne lasciò senza casa 120mila.