In uno dei campi profughi più affollati d’Europa, duemila persone provenienti da tutto il mondo sono in attesa di sapere quale sarà il loro futuro.
Ne parla Monica Attias, responsabile per la Comunità di Sant’Egidio dei corridoi umanitari da Afghanistan e Cipro.
Nel campo profughi di Pournara a Cipro, il 6 agosto 2023 (festa della Trasfigurazione), molti hanno pensato alle tre tende del Monte Tabor.
Ma quello non era il Monte Tabor, ma uno dei campi profughi più affollati e complicati d’Europa.
Qui, in mezzo a non meno di duemila persone in arrivo da Afghanistan, Siria, Somalia, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Camerun, la Comunità di Sant’Egidio ha allestito la tenda con il “Ristorante dell’Amicizia”.
Perché tutti hanno diritto al pane; la tenda con la “Scuola della Pace” per i piccoli, gli amici di Gesù, con tanto di piscine gonfiabili per il bagnetto; e la tenda con la “Scuola di inglese” perché la parola, il linguaggio, aiuta tutti a dialogare, e a vivere meglio.
«Cipro sta vivendo una grossa crisi migratoria anche se se ne parla poco – spiega Monica Attias, responsabile per la Comunità di Sant’Egidio dei corridoi umanitari da Afghanistan e Cipro -.
Quest’isola, con poco più di un milione di abitanti, è il Paese europeo in cui ci sono le percentuali più alte di richiedenti asilo e di migranti economici in paragone alla popolazione.
Questo spiega la nostra presenza a Cipro, favorire il passaggio in Paesi come Cipro, l’Italia, la Grecia e la Spagna, dalla fase di emergenza a quella di integrazione; portare una parola di compassione e di convivenza; dimostrare che se si accolgono bene i migranti c’è un ritorno nella qualità di vita dei nostri stessi Paesi».
Sono stati centinaia i volontari in arrivo dall’Italia, e da molti altri Paesi europei dove è presente la Sant’Egidio – in primis Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, ma anche Francia, Spagna, Germania, Belgio -, che questa estate hanno speso le loro vacanze nel campo di Pournara, a circa 20 chilometri da Nicosia.
Giovani e meno giovani che hanno voluto aderire con compiti e forze diverse, ma sempre ugualmente straordinarie.
«E’ la terza volta che partecipo ad una “Vacanza solidale” della Comunità – racconta Giulia Latagliata, giovanissima insegnante di matematica -, due anni fa ero a Lesbo e lo scorso anno ad Atene.
La differenza con gli altri campi è che a Pournara ci sono veramente persone che arrivano da tutto il mondo. Molte di loro provengono da Paesi non riconosciuti in stato di guerra, e quindi destinati a passare da un campo all’altro, quello in cui aspettano di essere riportati nel loro Paese d’origine».
Avendo la Turchia solidi rapporti con molti Paesi africani, è facile arrivare dall’Africa a Cipro evitando la rotta del mare, la più pericolosa.
(Questo articolo per intero è stato pubblicato sul numero di dicembre di Popoli e Missione).