Il Centro Astalli esprime «seria preoccupazione per il susseguirsi di episodi razzisti e violenti ai danni di cittadini immigrati».
In una nota, il servizio dei Gesuiti per i rifugiati parla di «un’escalation che, dopo 12 persone ferite in meno di due mesi tra cui una bambina di 2 anni e una donna incinta, ha portato domenica scorsa alla morte di un uomo».
Il Centro Astalli chiede alle «Istituzioni nazionali e alle amministrazioni locali i cui territori sono stati teatro di questi incresciosi episodi, di intervenire con fermezza e in modo inequivocabile contro ogni forma di violenza e razzismo».
Chiede inoltre una presa di responsabilità a chi «svolge ruoli politici, narrazioni e interventi pubblici», affinchè «slogan e semplificazioni lascino il posto alla rappresentazione realistica della complessità delle migrazioni».
Una complessità che «va governata e non demonizzata o peggio usata strumentalmente per far leva sull’emotività dei contesti locali anziché sulle ragioni e il buon senso».
Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, richiama inoltre «ad un uso del linguaggio ponderato e sempre costruttivo da parte di esponenti politici e istituzionali che a causa di una grande visibilità ed esposizione mediatica possono suscitare o consolidare nei cittadini sentimenti di razzismo e odio razziale, legittimando così azioni che rischiano di esporre la società italiana a insicurezza e violenza.
Occorre senza indugio non sottovalutare quanto stiamo vivendo mettendo in campo ogni mezzo per costruire la pace sociale».
Foto dal sito di SOS Mediterranee.