Sei vittime tra i civili e ancora paura in Centrafrica, dove due giorni fa un gruppo di “ribelli” (una delle milizie armate che si contendono il territorio) ha attaccato un piccolo villaggio del nord del Paese.
Ad annunciarlo è la missione delle Nazioni Unite in Centrafrica (la Minusca).
Poi ieri, un secondo attacco ha provocato la morte di un soldato centrafricano e il ferimento di un Casco Blu, a 900 km ad est di Bangui.
La preoccupazione cresce, poichè, come ha spiegato alle agenzie internazionali un colonnello dell’esercito, portavoce della Minusca, “alcuni elementi del gruppo 3R (Ritorno, reclamazione e riabilitazione), dopo aver lanciato un attacco contro posizioni delle forze armate centrafricane al villaggio di Mann, hanno temporaneamente preso il controllo”.
Il Centrafrica è sempre un Paese in bilico e la guerriglia costantemente in agguato, tanto che Medici senza Frontiere aveva lanciato un forte allarme appena una settimana fa.
Tredici civili erano stati uccisi a Bongboto, circa 300 chilometri a ovest di Bangui, la Capitale della Repubblica centrafricana.
Rhian Gastineau, capo missione di Msf, aveva dichiarato che “la ripresa del conflitto da dicembre scorso ad oggi ha messo a dura prova la popolazione civile e i servizi sanitari. Siamo molto preoccupati per i ripetuti attacchi a pazienti, operatori sanitari e strutture mediche”.
In vista delle elezioni presidenziali i vari gruppi armati attivi negli anni della guerra civile si sono alleati per conquistare la capitale, ostacolare le elezioni e prendere il potere.
Scandagliando i motivi profondi all’origine di questa conflittualità interna ancora una volta la ricchezza del sottosuolo appare la vera condanna: “la fortuna e sfortuna del Centrafrica è quella di avere tante risorse: io dico sempre che non so perchè il Signore abbia voluto concentrare tante ricchezze in uno spazio così piccolo! Qui troviamo tutto: petrolio, oro, minerali preziosi. C’è di tutto. Che siano russi, cinesi o francesi gli stranieri si spartiscono le nostre ricchezze”, ci raccontava tempo fa suor Elvira Tutolo, missionaria della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret.
In lingua sango la Repubblica Centrafricana è detta “cuore dell’Africa”: “È esattamente il cuore del continente – spiega suor Elvira – e a livello geopolitico è importante per molte nazioni avere qui delle basi militari. Il Centrafrica fa da pietra d’inciampo per tutti coloro che ambiscono al Congo e al Kenya. E’ un argine all’avanzata islamista nel Sud del continente”.