Bukavu occupata, tra morti e feriti prosegue l’avanzata dell’M23 nell’est del Congo

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L’avanzata dei ribelli nell’est del Congo, e la presa di Bukavu da parte dell’M23, non sono affatto indolore per la popolazione locale, tutt’altro.
Nonostante le rassicurazioni e i proclami dell’M23 di voler procedere ‘pacificamente’, in realtà l’occupazione, sostenuta dal Ruanda, si sta rivelando un massacro per chi ci vive.
«La città, occupata dal 16 febbraio, dopo quella di Goma, è stremata», spiega John Mpaliza, ingegnere e attivista congolese, esperto di questioni legate ai minerali preziosi in Congo.  
«La popolazione non sa cosa fare e si trova a confrontarsi con un’occupazione straniera, violenta e criminale da un lato, e dall’altro con la totale assenza dell’amministrazione dello Stato», dice.
Pur vivendo ed operando in Italia, Mpaliza è a stretto contatto con le popolazioni locali in Congo.
I morti in tutto l’Est ammontano a oltre 5mila, e proprio ieri, 11 persone sono state uccise e 65 ferite a Bukavu, in seguito all’esplosione di ordigni durante un rally dell’M23 e dei suoi sostenitori in città.
La presidenza congolese, nel dare notizia di questa ennesima mattanza, sui suoi canali social ha condannato, ancora una volta un «esercito straniero illegalmente presente su territorio congolese», ossia il Ruanda.
Ma anche il Burundi, altro Paese confinante, potrebbe avere delle aderenze con le milizie armate, differenti dall’M23.
Tanto che i ribelli della Congo River Alliance (di cui fa parte l’M23) hanno fatto intendere che le granate esplose ieri durante il rally, sarebbero dello stesso tipo utilizzato altrove dal Burundi.
Non c’è dubbio che tra Uganda, Burundi e Ruanda, il più coinvolto in uomini e armi, sia quest’ultimo.
«Bisogna fermare il Ruanda ora – dice anche Mpaliza – ma ciò non è possibile se chi lo sostiene, per avere quasi gratuitamente i minerali saccheggiati in Congo, non deciderà di fermarsi e prendere decisioni e sanzioni forti e concrete».
Il Ruanda è attore di «una guerra per procura che ha già causato oltre 10 milioni di vittime negli ultimi 3 decenni», scrive ancora Mpaliza.
Infine, una richiesta esplicita all’Unione Europea: «deve cancellare subito il Memorandum economico firmato il 19 febbraio 2024 con il Ruanda».
Di seguito alcuni appuntamenti per seguire le vicende congolesi e capire meglio le responsabilità.
 sulla pagina facebook di Mpaliza.
https://www.facebook.com/johnmpaliza.me
– Venerdì 28 febbraio, dalle ore 18.30, presso la Sala Civica del Comune di Albinea (RE)
– Sabato 1 marzo, dalle ore 16.30, Piazza D’Arogno, a Trento, manifestazione di sostegno e solidarietà al popolo congolese.
– Martedì 4 marzo, dalle ore 18.30, presso il Centro Sociale “Casa Gialla”
– Mercoledì 5 marzo, dalle ore 20.45, nell’ambito della Marcia dei bruchi, presso l’Auditorium Fondazione di Piacenza e Vigevano.