Armi e stragi in aumento negli USA, dove la pistola è di casa

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Gli Stati Uniti sono uno dei pochi Paesi al mondo (insieme a Guatemala e Messico) in cui il possesso di armi è un diritto garantito dalla Costituzione (come previsto dal secondo emendamento) a scopo di legittima difesa.

Nei primi quattro mesi del 2023 si sono verificate ben 185 sparatorie di massa (mass shootings), con 251 morti e 734 feriti. Tra il 2013 e il 2022 il numero di stragi è cresciuto fino a triplicare.

I principi generali definiti a livello federale sono pochi, come il divieto di possesso di armi da fuoco per i minori di 18 anni e il divieto d’acquisto per i latitanti, i condannati a reati con pena superiore a un anno e per coloro che sono stati ricoverati in un istituto psichiatrico.

Nella maggior parte dei singoli Stati non è richiesta la registrazione delle armi da fuoco: la situazione sul campo registra un allarmante aumento dei casi di violenza armata: nel 2020 gli Stati maggiormente colpiti sono stati il Mississippi e la Louisiana (33,9 e 29,1 morti ogni 100mila abitanti), mentre quelli in cui sono verificate meno morti violente sono il Massachusetts e le Hawaii (3,4 e 4,8 morti ogni 100mila abitanti).

Gli Stati Uniti sono il Paese ad alto reddito con il più alto numero di morti per arma da fuoco e con il più elevato rapporto tra popolazione e possesso di armi.

Secondo i dati del Gun Violence Archive delle 29.445 morti violente avvenute nel 2020, 23.224 si sono verificate per mezzo di armi da fuoco piccole e leggere.

(foto Pexel esente da copyright, Kelly : https://www.pexels.com/it-it/foto/foto-della-pistola-vicino-alla-tazza-2928147/)