Guai in vista per il figlio dell’ex presidente dell’Angola: Jose Filomeno dos Santos è in custodia cautelare per un caso di corruzione che ammonta ad una cifra record di 1,5 miliardi di dollari.
«Data la complessità degli atti e al fine di garantire un’inchiesta efficace – ha dichiarato il procuratore generale alla stampa – il tribunale ha deciso di applicare una misura di detenzione preventiva».
Le accuse a carico di Jose Filomeno, ex direttore di un fondo d’investimento sovrano dell’Angola, e di Jean-Claude Bastos de Morais, manager di un altro fondo sovrano, sono molto pesanti e fanno pensare ad un mega caso di corruzione che coinvolge i familiari e i più stretti collaboratori dell’ex presidente.
Eduardo Dos Santos aveva lasciato l’incarico lo scorso anno, dopo aver dominato il Paese per oltre quattro decenni. Ha avuto il controllo completo, anche tramite società intestate alla figlia, di settori strategici dell’economia angolana, compresa la compagnia petrolifera di Stato, la Sonangol.
Isabel dos Santos, anche detta la “principessa”, figlia dell’ex presidente, è la donna più ricca d’Africa, ma è stata messa alla porta della Sonangol nel 2017 dal successore del padre, João Lourenço, ex ministro della Difesa.
Corruzione, business di Stato ai danni del popolo angolano, tangenti pagate ad investitori stranieri in ambito petrolifero: è una miscela di elementi dissonanti rispetto alla sofferenza patita da una popolazione al di sotto della soglia della povertà, che rendono l’Angola un caso limite in Africa.
Potenzialmente ricchissima, tra i Paese più ‘dotati’ al mondo dal punto di vista delle risorse naturali (petrolio e diamanti), l’Angola da sempre vede il proprio Indice di Sviluppo umano tra i più bassi dell’Africa Subsahariana (è di 0,53, mentre la Norvegia che è il primo Paese in assoluto per sviluppo umano lo ha a 0,94) e un livello di corruzione elevatissimo.