A quasi due anni dalla sua uccisione, Luca Attanasio e la sua eredità sono progetti di futuro.

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E’ dedicata a Luca Attanasio la scalea del palazzo della Farnesina. Il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale ha ricordato così l’ambasciatore italiano vittima di un attentato il 22 febbraio 2021, mentre era in missione in Congo. Durante la cerimonia che si è svolta ieri, durante la XV “Conferenza degli ambasciatori italiani nel mondo” (21-22 dicembre) sono stati ricordati l’impegno, la generosità, la volontà di costruire la pace dove c’è bisogno, anche a prezzo del sacrificio della vita.

Insieme a lui è stato ricordato anche Vittorio Iacobacci, morto nel tentativo di salvarlo: al carabiniere di scorta è stata assegnata la medaglia al valor militare ed è stata intitolata una sala dell’Unità di crisi del ministero.

In prima fila, insieme agli oltre cento diplomatici presenti, Zakja Seddiki, moglie dell’ambasciatore ucciso nella provincia orientale del Nord Kivu in cui è morto anche l’autista del Programma alimentare mondiale (Pam) Mustafà Milambo, terza vittima dell’agguato.

Zakja ha partecipato alla cerimonia di consegna delle borse di studio dell’associazione “Mama Sofia” in memoria di Luca, insieme a cui l’ha fondata nel 2017 a Kinshasa per portare avanti progetti socio sanitari. Oggi l’associazione è impegnata su scala più vasta per la tutela dei diritti umani, civili, sociali e politici dei minori e dei giovani socialmente ed economicamente svantaggiati.

«Essere ambasciatore è una missione e significa non lasciare indietro nessuno. In qualsiasi parte del mondo» ricorda Zakja, aggiungendo «È così che interpretava il suo lavoro, dedicandovi un entusiasmo e un’energia apparentemente inesauribili». La sua eredità è ora nella speranza di un futuro migliore per gli ultimi a cui Luca Attanasio ha sempre dedicato una attenzione speciale.