Con la consapevolezza che la pace fra gli uomini si affievolisce fino a scomparire del tutto se divorzia dalla giustizia, i cristiani e tutti gli uomini di buona volontà sognano un mondo dove la “Regola d’oro” del rabbino Hillel, a cui viene attribuita la celebre massima: «Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te», sia prassi ben consolidata nella odierna coscienza universale.
Nel Vangelo di Giovanni, Gesù invita i cristiani ad andare oltre la regola aurea e ad amare i propri fratelli più di se stessi, non esitando a spendere la propria vita per loro come lui ha fatto per noi (Gv 15,9-17). Il cristianesimo, quindi, mette in evidenza la duplice ragione del valore della Regola d’oro: innanzi tutto, la persona merita di essere amata perché creata ad immagine di Dio e, quindi, già amata da Dio. Un amore che si accende fin dalla nascita grazie alla scintilla divina che l’uomo porta dentro se stesso e che orienta la vita di ciascuno verso il bene, quindi verso la giustizia e la pace. Inoltre, Gesù afferma di apprezzare e tenere in alta considerazione ciò che di buono viene fatto ad altre persone, anche se queste fossero dei nemici, come se ciò venisse fatto a lui medesimo (Mt 25,40).
Gesù invita i suoi discepoli ad amare addirittura i propri nemici (Lc 6,27-38): la misura dell’amore, quindi, non è più soltanto l’uomo («fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te»), ma il Signore Dio di misericordia. Nel Nuovo Testamento si manifesta così l’universalità dell’impegno ad amare tutti gli uomini a qualunque popolo, razza, lingua appartengano (At 10,34-35), un invito che invece nell’Antico Testamento sembrava rivolto solo ai membri del popolo d’Israele (cfr Lv 19,18). Quindi i cristiani tutti (i cattolici, in particolare), insieme a coloro che seguono e praticano altre religioni e con le persone di buona volontà, sono invitati, in virtù della loro fede e della loro coscienza, ad impegnarsi per promuovere la giustizia e la pace nel mondo.
La Storia maestra di vita ci ricorda che nei secoli – cronologicamente non tanto lontano da noi – le guerre di religione hanno radicalmente sconvolto il Vecchio Continente creando divisioni e lacerazioni fra i popoli con le quali dobbiamo fare i conti ancora oggi. Promuovere la pace e la giustizia nel mondo, per i cristiani e per gli uomini di ogni fede e di buona volontà, non è solo un optional ma un imperativo morale a cui nessuno può sottrarsi, altrimenti l’odio e la violenza avrebbero il sopravvento: un’alternativa che non possiamo assolutamente permetterci.