Ucraina, fallita mediazione turca per un ‘cessate il fuoco’ di 24 ore

Sdegno internazionale per il bombardamento su ospedale pediatrico di Mariupol, smentito il video fake di Mosca.

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Nessun progresso nei colloqui di oggi tra Mosca e Kiev per negoziare un cessate il fuoco di almeno 24 ore in Ucraina.

Lo ha riferito il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba, parlando con la stampa, dopo aver incontrato la controparte russa, Sergey Lavrov ad Antalya, in Turchia.

Dunque fallisce anche questa mediazione che avrebbe dovuto portare ad una tregua temporanea per consentire almeno ai civili ucraini sotto attacco di lasciare in sicurezza le città bombardate dai russi. (clicca qui).

I colloqui di stamani in Turchia, alla presenza del ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, rappresentano «il primo contatto diretto e di alto livello tra le due parti», da che Mosca ha invaso l’ex Repubblica Sovietica.

«Abbiamo anche parlato del ‘cessate il fuoco’ – ha detto Kuleba alla stampa estera – ma non è stato fatto alcun progresso su questo punto».

Il ministro ucraino ha definito “difficili” le trattative ed ha accusato Lavrov di portare al tavolo negoziale «narrazioni tradizionali» e distorte sul conflitto.

«Voglio ribadire – ha dichiarato il ministro degli Esteri di Kiev – che l’Ucraina non si è arresa, non si arrende e non si arrenderà».

Nel frattempo proseguono i bombardamenti sulle città assediate: gli attacchi su Mariupol sono particolarmente scioccanti poichè colpiscono non solo abitazioni civili ma anche presidi sanitari, come l’ospedale pediatrico della città.   

Il bombardamento russo sull’ospedale, definito da Zelensky e dagli interlocutori occidentali «un’atrocità» è stato effettuato nonostante un accordo su almeno 12 ore di tregua dalle ostilità, concordata in precedenza, come riporta la CNN. 

Il Consiglio comunale di Mariupol ha postato un video che mostra l’ospedale devastato ed ha accusato le forze russe di averlo bombardato.

La propaganda di Mosca si è mossa per smentire il fatto che vi fossero dei pazienti e soprattutto dei bambini, e che l’ospedale fosse in funzione: secondo i russi era diventato una base militare ucraina.

Su questo punto sin da subito sono arrivate le smentite, anche grazie a delle ricostruzioni mediatiche e ad un’analisi accurata sui video fake diffusi dalla Russia.

Come spiega anche il sito di Open (clicca qui per leggere), il video russo dove si vedrebbero cecchini ucraini appostati, non è relativo all’ospedale di Mariupol, che è realmente sotto attacco.

Dunque il bombardamento russo è avvenuto senza dubbio ed è stato effettuato su un ospedale  ancora in funzione, violando tutte le più elementari norme del diritto internazionale.

E delineando un crimine contro l’umanità.

Sul fronte della diplomazia vaticana, la mediazione del Papa e del cardinale Pietro Parolin si è mossa fin da subito usando ogni mezzo per portare alla pace e prosegue incessantemente.

Papa Francesco ha inviato a Leopoli il suo braccio destro “esecutivo” per gli aiuti umanitari, il cardinale Konrad Krajewski. 

L’elemosiniere vaticano è arrivato oggi nella città-rifugio, passando per il confine polacco e portando sostegno materiale alla popolazione in fuga.

Leopoli è «spettrale, deserta, per il coprifuoco e per la paura», ha detto alla stampa.

Risuonano le parole di Papa Francesco all’Angelus del 6 marzo scorso, parole finora inascoltate:

«Rivolgo il mio accorato appello perché si assicurino davvero i corridoi umanitari, e sia garantito e facilitato l’accesso degli aiuti alle zone assediate, per offrire il vitale soccorso ai nostri fratelli e sorelle oppressi dalle bombe e dalla paura».