In queste ore nel Nord-est del Madagascar la popolazione in allerta attende un nuovo ciclone tropicale, Dumako, che secondo le previsioni meteo dovrebbe abbattersi a breve sull’isola.
La sua intensità pare per fortuna meno forte di quella del precedente ciclone Batsirai che ha devastato l’isola appena dieci giorni fa, facendo 120 morti e 30mila sfollati.
Il ciclone Dumako è il terzo nel giro di un mese, dopo Ana e Batsirai, come conferma don Luca Fornaciari, missionario fidei donum in Madagascar.
La stampa locale e la protezione civile mettono in allarme:
«Dumako giunge dall’isola di Reunion e dovrebbe manifestarsi tra Sainte-Marie e Antalaha in giornata», pertanto gli abitanti si preparano all’emergenza.
«Questo dovrebbe avere un’intensità minore rispetto a Batsirai – ci spiega al telefono dalla cittadina portuale di Manakara, il fidei donum don Luca Fornaciari – E in ogni caso, per fortuna la nostra missione è lontana dalla zona dove è previsto che si abbatterà».
D’altra parte quest’isola africana è oramai avvezza ai fenomeni climatici avversi, potenziati dal climate change che rende particolarmente gravi le conseguenze di devastazione nei villaggi.
«La realtà – spiega don Luca – è che qui in Madagascar i cambiamenti climatici stanno complicando enormemente la già precaria condizione e diventa sempre più difficile fare previsioni, prepararsi, essere capaci di creare reti di condivisione e solidarietà».
Siccità e trombe d’aria si alternano o vanno di pari passo.
«Negli ultimi anni – spiega ad ABC news Evans Mukolwe, meterologo consulente delle Nazioni Unite – abbiamo notato un surriscaldamento notevole degli Oceani. Questo, in riferimento all’Oceano Indiano porta ad un incremento dei cicloni nella parte sud-occidentale».
l’innalzamento del livello dei mari va di pari passo con le tempeste tropicali che si abbattono con veemenza sulle coste africane.
I villaggi colpiti pochi giorni fa dal ciclone Batsirai sono nel pieno della ricostruzione:
«il fenomeno era già stato preannunciato da un paio di settimane – dice don Luca – per cui abbiamo avuto il tempo per prepararci ad affrontare questa situazione inedita per tutti noi».
«Nelle campagne o a nord, a Mananjary, Ifanadiana e Nosy Varika, le condizioni cambiano radicalmente rispetto a dove ci troviamo noi – spiega ancora il fidei donum – : quello che si legge è che lì ci sono molti morti e la totalità delle case e degli altri edifici pubblici sono quasi interamente distrutti».
«Confidiamo che la nostra gente riuscirà a superare anche questa ennesima prova, con la fede incrollabile in Dio e nella protezione degli antenati, che riuscirà a reagire ricominciando da capo come ha fatto in tante altre occasioni».