San Daniele Comboni e la missione che evangelizza senza colonizzare

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Oggi 10 ottobre si venera san Daniele Comboni, padre fondatore della congregazione missionaria che ha portato e porta il vangelo nelle terre più sperdute d’Africa.
Il Vangelo è fonte di liberazione, perché indica la strada per diventare a pieno esseri umani.
Nella storia però in molti, hanno cercato di farne uno strumento per soggiogare e “colonizzare”.
Per l’Africa sono tanti i testimoni della fede che hanno lottato per fare della Parola una radice di dignità in mezzo alle popolazioni sfruttate e ridotte troppe volte in schiavitù.
Fu proprio in questa prospettiva che visse e agì san Daniele Comboni, autentico padre nella fede per l’Africa.
Nato nel 1831 a Limone del Garda, nel 1857, tre anni dopo essere diventato prete, Comboni partì verso il Sudan assieme a cinque compagni: questa prima missione però fallì a causa dell’inesperienza dei missionari ma anche per l’aspra opposizione dei mercanti di schiavi.
Comboni si mise così a pensare a un grande progetto di evangelizzazione per l’Africa, da cui nacque la famiglia religiosa comboniana (i padri Comboniani fondati nel 1867, le Pie Madri della Nigrizia nel 1872).
Nel 1867 ripartì, stabilendo la propria base a Il Cairo e si mise al lavoro non solo per portare il Vangelo ma anche per offrire istruzione ed emancipazione agli studenti di colore, guidati da insegnanti di colore.
Fondatore della rivista «Nigrizia», morì nel 1881 a Khartoum.
Beato nel 1996, è stato canonizzato a Roma da Giovanni Paolo II il 5 ottobre 2003.  
(Da Avvenire del 10 ottobre 2024)