Taiwan, intervista a fratel Claudio Pegoraro

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Gli abitanti dell’isola sono «aperti, curiosi» e amano la democrazia, spiega il missionario Francescano che vive a Taiwan dal 1985 e ha visto le trasformazioni politiche, economiche e sociali di questi ultimi decenni.

Anticipiamo qui uno stralcio dell’intervista a Claudio Pegoraro, in uscita su Popoli e Missione di settembre-ottobre.

«Avevo 30 anni. Ero appena arrivato e studiavo mandarino proprio qui, all’Università Cattolica Fu Jen. Quando gli altoparlanti trasmettevano l’inno nazionale, dovevi fermarti e stare sull’attenti».

Il missionario francescano Claudio Pegoraro, 69 anni, si esprime in modo mite ma è felice di condividere la sua memoria storica tra i giardini tropicali e le aule dell’ateneo di cui fu allievo.

Vive a Taiwan dal 1985, quando era ancora in vigore la legge marziale.

Nei suoi quasi quattro decenni di missione ha visto evolvere l’ex Formosa dalla dittatura all’attuale democrazia e completa libertà religiosa.

Ha vissuto i cambiamenti sociali, il boom economico e tecnologico, il devastante terremoto del 1999 che spinse le istituzioni a un radicale cambio di rotta nella gestione del territorio.

Ci incontriamo sotto l’ombra dei baniani cinesi, gli alberi dalle grosse radici in superficie, davanti al dipartimento di lingua italiana.

Fratello Claudio abita a Nuova Taipei City, dove sorge anche l’università fondata dai monaci Benedettini a Pechino nel 1925 e riaperta – dopo che fu costretta a chiudere dal regime comunista nel 1952 – a Taiwan nel 1961, grazie all’impegno dei Gesuiti, della Conferenza episcopale e dei Verbiti.

Con lui, nella parrocchia di Taishan e nell’attiguo convento, oggi vive una quindicina di confratelli, due italiani, due coreani, un vietnamita e i restanti taiwanesi.

Pochi giorni prima, il 3 aprile scorso, l’isola del Pacifico è stata svegliata da un altro importante sisma, con epicentro nella regione montagnosa di Hualien.

Sono morte 18 persone e circa 1.100 sono rimaste ferite, un bilancio estremamente più contenuto rispetto a quello del 1999 quando si contarono 2.413 morti e 11.305 feriti.

Da allora sono state emanate delle leggi per costruire e mettere a norma ogni edificio e infrastruttura.

«Quando da Arzignano, in Veneto, sono partito in missione per Taipei, volevo vivere il Vangelo in un altro contesto culturale, dove la fede cristiana fosse poco conosciuta», spiega padre Pegoraro con lo stesso entusiasmo di allora.

(Potete leggere l’intervista per intero sul prossimo numero di Popoli e Missione).