Txai Suruí, attivista per necessità e per l’Amazzonia

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L’amore per la sua terra è nato con lei.

Figlia di Amir Suruì, candidato parlamentare brasiliano per il popolo amazzonico Paiter Sruì, e di Ivaneide Bandeira Cardozo, studiosa delle etnie originarie del Brasile, Txai Suruí ha 36 anni ed è una delle più instancabili sostenitrici della salvaguardia degli ecosistemi della Foresta amazzonica.

Nata a Rondonia, capitale dello Stato omonimo, ancora bambina si è trasferita a Porto Velho, e ha proseguito gli studi fino a laurearsi in legge.

Da sempre impegnata in difesa dei diritti delle etnie originarie, insieme ad altri attivisti del gruppo internazionale Friday for Future, nel 2001 ha citato in giudizio i funzionari del governo brasiliano colpevoli di aver modificato i calcoli delle emissioni di carbonio per aggirare le norme internazionali.

Del suo impegno dice: «L’attivismo non è stata una scelta.

Combattiamo perché non abbiamo altra scelta, e dobbiamo farlo nel migliore dei modi.

Freniamo le emissioni di promesse false e irresponsabili, mettiamo fine all’inquinamento di parole vuote e lottiamo per un futuro e un presente vivibile».

Oggi Txai è impegnata a difendere i diritti del popolo Paiter con l’associazione Kanindè, è coordinatrice del Movimento Giovanile Indigeno di Rondonia e consigliera del Wwf Brasile.

E’ stata una delle protagoniste del Web Summit Rio che riunisce su una piattaforma oltre 34mila persone con oltre 500 relatori e più di mille start up con progetti innovativi ed ecosostenibili.

La chiave di volta delle sue battaglie è la convinzione che la tecnologia può essere messa a servizio della tutela ambientale con ottimi risultati, come «un’arma fondamentale» di cui ancora non conosciamo tutte le potenzialità.

Porta avanti una serie di progetti di divulgazione che nel 2022 le hanno valso il Prime time Emmy Award per i documentari “The Territory” e sull’etnia Uru-Eu-Wau-Wau in Brasile.