La stampa internazionale e in particolare quella africana cominciano a chiedersi se non sia in corso una “subsaharian african spring” in Africa, ossia una ‘Primavera’ in versione subsahariana che ricorderebbe quelle arabe del 2011.
Da Al Jazeera al The North Africa Post i giornali on-line titolano con questo interrogativo, facendo riferimento alle proteste di piazza che si susseguono senza tregua da oltre un mese tra Kenya, Nigeria e Uganda.
Nel mirino ci sono corruzione, ingiustizie sociali e diseguaglianze.
I giovani sono stanchi di governi corrotti, inflazione alle stelle, povertà endemica, tasse e disparità economiche tra i (pochi) super-ricchi e le masse di diseredati.
«Non molto tempo dopo le estese (e mortali) proteste contro l’aumento delle tasse che hanno colpito il Kenya a giugno, anche gli ugandesi hanno iniziato a riunirsi per protestare contro la corruzione, poco prima che anche i nigeriani si unissero», scrive Al Jazeera.
Gli analisti sono però divisi: alcuni vedono molti punti di connessione tra le manifestazioni nei tre Paesi, altri invitano a non generalizzare: quel che è certo è che una gioventù africana arrabbiata si sta mobilitando e che continuerà a farlo anche nei mesi a venire.
The Christian Science Monitor dedica un lungo approfondimento agli effetti inaspettati che il malcontento generale, dovuto all’aumento della povertà, sta generando sulle relazioni tra cristiani e musulmani.
Riuscendo ad unire ciò che la conflittualità etnica e religiosa aveva sempre separato.
«La crisi del costo della vita degli ultimi anni ha rotto alcuni confini – scrive il giornale – “Se c’è fame in giro, la fame che sente il cristiano non è differente da quella sperimentata dal musulmano“, osserva Tony Young Godswill, segretario nazionale dell’ “Iniziativa per una Nigeria migliore e splendente”, un gruppo pro-democracy.
In effetti i dati parlano chiaro: in Nigeria l’inflazione dei generi alimentari ha oltrepassato il 40% e il prezzo del carburante è triplicato.
All’origine di tutto vi sarebbero le riforme del presidente Bola Tinubu che infatti viene contestato in piazza.
Chris Ogunmodede, analista politico nigeriano invita comunque a non tirare conclusioni affrettate: le proteste in Nigeria ci sono sempre state ma a far notizia adesso è la singolare concomitanza con quelle keniane. Rispetto alle quali, dice, non ci sono però troppe similitudini.
Una non è trainata dall’altra.