Il destino di oltre due milioni di palestinesi di Gaza è appeso ad un filo.
Mentre si attende (e si teme) la reazione di Israele all’attacco iraniano dello scorso 13 aprile, la vita dei palestinesi accampati al valico di Rafah, e quella di tutti coloro che sono intrappolati nell’inferno di Gaza, peggiora.
I raid israeliani non si fermano: ieri nell’affollato mercato del campo profughi di Maghazi, sono state uccise 13 persone, compresi 7 bambini come riferiscono Al Jazeera e CNN.
«Sono immediatamente corso per vedere cosa stesse accadendo e ho trovato i corpi di alcune persone che erano state ammazzate e giacevano sul terreno.
La gente urlava, i bambini erano disperati: alcuni bambini erano lì per terra morti. Stavano solo giocando a biliardino e sono stati martirizzati».
Un foosball table, scrive il sito della Cnn, ossia un biliardino coperto di polvere fra i corpi di ragazzini ammazzati, è stato rinvenuto nel luogo del bombardamento.
Questo ha raccontato alla Cnn Nihad Owdetallah, un testimone oculare che vive al campo. (qui)
Gli aerei israeliani hanno bombardato di nuovo una parte di Rafah, l’ultimo rifugio per migliaia di persone, mentre tank dell’esercito sono entrati nuovamente a Beit Hanoun, nel nord di Gaza, circondando case e scuole.
Beit Hanoun è famosa per essere stata la prima zona bombardata e poi occupata dall’esercito immediatamente dopo il 7 ottobre: era stata assediata e poi liberata, ma i soldati sono tornati di nuovo ad aggredirla.
La propaganda israeliana subito dopo il bombardamento di Beit Hanoun il 26 ottobre scorso, aveva dichiarato di aver «scoperto il tunnel principale del battaglione Beit Hanoun» che secondo l’Idf si trovava sotto le infrastrutture civili, tra il municipio e la moschea. (qui)
Queste ricostruzioni, prive di fondamento, sono alla base della giustificazione di tutti gli attacchi che hanno ucciso oltre 33mila civili, dall’inizio della guerra ad oggi.
L’esercito attende ora il momento migliore per entrare boots on the ground a Rafah, svuotandola di tutti i rifugiati per occuparla definitivamente.