In ricordo di dom Pedro Zilli, vescovo di Bafatà e missionario instancabile

"Con cuore di pastore intelligente e dinamico ha accompagnato per anni la comunità della Guinea Bissau"

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“Il 31 marzo nell’ospedale di Cumura dov’era ricoverato da qualche giorno, monsignor Pedro Carlos Zilli ha anticipato la Pasqua correndo velocemente verso il Risorto”.

Inizia così un toccante ricordo del missionario brasiliano che aveva dedicato la sua vita all’Africa e alla Guinea Bissau.  Il testo viene da don Sergio Marcazzani, fidei donum di Verona, anche lui in Guinea Bissau, dove è rimasto per dieci anni.

“Avevamo ricordato lo scorso 13 marzo i vent’anni dalla sua nomina episcopale come primo Pastore della neonata Chiesa di Bafatà – dice – Missionario instancabile, gentile, accogliente, entusiasta del suo servizio pastorale, orgoglioso di appartenere alla famiglia del Pime, non meno del suo essere l’unico vescovo brasiliano in servizio missionario in Africa”.

Don Sergio ha lavorato con lui fin dagli anni ’80, “quando in Guinea c’era un’unica diocesi che copriva tutto il territorio nazionale: il servizio parrocchiale dal nord al sud del Paese l’aveva visto giovane missionario intraprendente”.

Dom Pedro era educatore di giovani candidati al sacerdozio che a quei tempi si formavano in Senegal: “è stato instancabile nel cercare di favorire la cooperazione pastorale dei confratelli vescovi del Brasile che hanno assicurato personale qualificato e quanto poteva giovare alla sua Chiesa neonata”, dice Marcazzani.

Con la Chiesa veronese, dom Pedro  ha da sempre avuto un particolare rapporto di dialogo: “il Sud del Paese infatti, dove è collocata la diocesi di Bafatà, è stato il luogo che il primo pastore, monsignor Ferrazzetta aveva indicato per un progetto di pre-evangelizzazione attraverso la promozione umana e sociale della popolazione”.

L’esperienza vissuta in Cafal per oltre vent’anni da un gruppo di giovani laici inviati dalla diocesi di San Zeno, alla fine si è sviluppata con l’assunzione del servizio pastorale nella parrocchia  “san Daniele Comboni “ della città di Bafatà, nei primi anni di vita della nuova diocesi.

“Non ha senso elencare in modo dettagliato le ‘opere’ da lui realizzate: la sua corona è e rimarrà quella di aver accompagnato con cuore di pastore intelligente e dinamico i primi passi della comunità povera di mezzi e di strutture che gli era stata affidata, in un tempo non facile per la condizione generale della Guinea Bissau”.