«Noi ci siamo spostati da dove eravamo, presso l’Undp, e siamo venuti al campo dell’Unrwa a Khan Younis, che conta già 10mila sfollati arrivati dal Nord della Striscia di Gaza.
Dormiamo per terra in condizioni di estremo disagio. Ci sono focolai di infezione ovunque, dentro i campi».
La cosa più difficile è proprio raggiungere il campo profughi dell’Unrwa, poichè i bombardamenti aerei non consentono un passaggio sicuro delle persone, compresi bambini e donne, che stanno scappando dal Nord al Sud di Gaza.
A raccontare in un audio diffuso via whatsapp, tramite canali missionari, il dramma di queste ore nella Striscia di Gaza sotto assedio, è una Cooperante italiana a Gaza che fa parte della onlus Gazzella.
«Saremmo dovuti andare verso il valico di Rafah ed uscire dalla Striscia, ma ci hanno bloccato perchè stanno bombardando di nuovo tutto», denuncia la cooperante, di nome Giuditta.
«Il governo italiano non si sta assolutamente interessando ad un corridoio umanitario per i palestinesi che si spostano da Nord verso Khan Yunis: Israele ha dato ordine di abbandonare tutta la zona nord», ma non c’è un modo sicuro per fare chilometri di strada.
Secondo il ministero palestinese della salute in nove giorni sono stati uccisi a Gaza 2.329 palestinesi, mentre il numero di persone uccise in Israele è di almeno 1300.
«Forti bombardamenti delle forze aree israeliane continuano sulla terra e il mare – si legge nell’ultimo report dell‘UNRWA, l’Agenzia Onu per i profughi palestinesi – I civili continuano a spostarsi verso le aree del Sud seguendo gli avvertimenti delle autorità israeliane di evacuare il Nord».
La cooperante nel suo audio spiega che «la gente si sta muovendo sotto i bombardamenti e non c’è un corridoio di sicurezza per noi internazionali, che non siamo solo italiani.
E questa è una cosa vergognosa. Queste sono cose molto brutte e bisogna tenere alta l’attenzione».
La preghiera è quella di sollecitare le autorità italiane nella richiesta ad Israele di creare un corridoio sicuro per le evacuazioni.
Nel frattempo l’assedio e l’embargo della Striscia proseguono.
Philippe Lazzarini, Commissario generale Unrwa, ha scritto in un comunicato stampa:
«A Gaza sta finendo l’acqua, a Gaza la vita è agli sgoccioli. Non una goccia d’acqua nè un chicco di grano, nè un litro di benzina è consentito far entrare a Gaza.
Presto, temo, non ci sarà più cibo e non ci saranno medicinali.
In realtà Gaza è strangolata e sembra che il mondo abbia perso la sua umanità».