Don Pizzoli: Laudate Deum parla chiaro: salvare il pianeta è possibile se davvero lo vogliamo

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Il riscaldamento climatico e la crisi ecologica sono le questioni di oggi e papa Francesco ci sprona a pensare e agire per il bene della Casa comune. Otto anni dopo l’enciclica Laudato sì, papa Francesco torna a parlarci del «nostro pianeta sofferente» nell’esortazione apostolica Laudate Deum in cui entra in modo molto concreto su quanto in questi anni non è stato fatto. Leggiamo infatti in apertura che «il mondo che ci accoglie si sta sgretolando e forse si sta avvicinando a un punto di rottura. Al di là di questa possibilità, non c’è dubbio che l’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate». Promulgata nel giorno della festa di San Francesco d’Assisi, l’esortazione prende posizioni molto chiare in previsione della COP28 che inizierà a Dubai il prossimo 30 novembre.

«Un modo per aprire l’agenda del dibattito internazionale in maniera concreta, con la citazione di dati scientifici accertati» dice a caldo don Giuseppe Pizzoli, direttore della Fondazione Missio, che continua: «questa esortazione apostolica è un documento più concretamente legato alla situazione contingente, entra in modo molto diretto sui temi che sono già contenuti nella Laudato sì che è più sui principi, mentre questa esortazione ha una valenza politica, è un invito ad azioni concrete per tutte le persone di buona volontà interessate dalla crisi climatica, quindi a tutti gli uomini».

Le parole del papa puntano il dito su quanti negano la crisi climatica, e soprattutto su chi non si impegna a fermare i meccanismi che l’hanno prodotta e la stanno facendo crescere: «alcuni cambiamenti climatici indotti dall’uomo aumentano significativamente la probabilità di eventi estremi più frequenti e più intensi. Sappiamo quindi che ogni volta che la temperatura globale aumenta di 0,5 gradi centigradi, aumentano anche l’intensità e la frequenza di forti piogge e inondazioni in alcune aree, di gravi siccità in altre, di caldo estremo in alcune regioni e di forti nevicate in altre ancora. Se fino ad ora potevamo avere ondate di calore alcune volte all’anno, cosa accadrebbe con un aumento della temperatura globale di 1,5 gradi centigradi, a cui siamo vicini? Tali ondate di calore saranno molto più frequenti e più intense. Se si superano i due gradi, le calotte glaciali della Groenlandia e di gran parte dell’Antartide si scioglieranno completamente, con conseguenze enormi e molto gravi per tutti».

Nel quadro dell’ecologia integrale, don Pizzoli sottolinea che «più che ribadire concetti che sono già nell’enciclica, Francesco fa una denuncia di chi cerca di sminuire il problema della crisi climatica per altri tipi di interessi economici, politici o di potere. Punta l’indice contro il negazionismo e il dilazionismo, il lasciare che il tempo passi nei dibattiti senza prendere decisioni. Denuncia semplificazioni e strumentalizzazioni a danno dei più poveri “coloro che incolpano i poveri di aver troppi figli e cercano di risolvere il problema mutilando le donne dei Paesi meno sviluppati”. Come al solito, sembrerebbe che la colpa sia dei poveri».