Dal Sudan all’Est del Ciad, la guerra mette in fuga quasi 400mila persone

Il racconto di fratel Fabio Mussi, responsabile della Caritas locale

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«Durante l’estate abbiamo continuato nel nostro impegno di assistenza ai rifugiati del Sudan nel campo di accoglienza di Farchana, nell’Est del Ciad, che si ingrandisce sempre di più per via dell’arrivo di nuove persone.

Finora si è potuto organizzare la distribuzione di generi alimentari e non alimentari in alcuni campi allestiti».

Ce ne parla, in una lettera aperta, fratel Fabio Mussi, responsabile della Caritas e del Vicariato per l’emergenza umanitaria di molti rifugiati dal Sudan in guerra.

«In questi mesi abbiamo capito che la situazione è più grave di quanto si pensasse all’inizio di questa tragedia», scrive.

Farchana si trova nella provincia di Ouaddaï, in Ciad, e qui la Caritas ha raggiunto 1.732 famiglie per costruire 24 latrine grazie al sostegno economico di Caritas Germania ed altri partner del Vicariato Apostolico di Mongo. 

 Il conflitto fratricida in Sudan iniziato il 15 aprile 2023, ha provocato finora la fuga di più di 378.430 persone che dalla regione del Darfour sono arrivate nell’Est del Ciad, dove però la situazione umanitaria è già precaria.

Di questi profughi sudanesi l’86% è composto da donne e bambini.

«A seguito di questa catastrofe umanitaria – scrive Fabio Mussi – il vicariato apostolico e la Caritas della diocesi di Mongo, sono intervenute grazie anche al sostegno di diverse Organizzazioni internazionali, per alleviare la sofferenza della gente». 

Fratel Fabio Mussi ci spiega che «le Nazioni Unite prevedono che per la fine anno 2023 i rifugiati provenienti dal Sudan potrebbero essere oltre 600mila persone.

Tuttavia, le risorse, economiche e organizzative, attualmente disponibili non permettono di programmare un’accoglienza adeguata a queste previsioni».