Dove andranno in vacanza quest’anno i nostri missionari sparsi in tutto il mondo?
E soprattutto: esistono davvero le “vacanze” per gli evangelizzatori ad gentes dei cinque continenti?
Decisamente sì!
Il diritto-dovere alle ferie, cui la nostra stessa Costituzione non consente di rinunciare, per ovvi motivi legati alla salute psicofisica di ogni lavoratore, spetta anche ai nostri amici missionari.
So bene che attribuire al missionario il titolo di “lavoratore” potrebbe sembrar riduttivo, se non anche offensivo e dissacrante, rispetto all’esperienza totalizzante della evangelizzazione ad gentes, mentre, per altri, sarebbe visto come una forzatura interpretativa sul piano formale.
Eppure, anche per il missionario rimane intatto questo “dovere” di staccare ogni tanto la spina, quando la situazione oggettivamente lo richiede e lo permette.
Anche Gesù invita i suoi a trovare ristoro e riposo feriale, come descritto nel Vangelo di Marco:
«In quel tempo gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato.
Ed egli disse loro: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare» (Mc 6,30-31).
Questa immagine degli apostoli bisognosi di un po’ di “ferie” la ritroviamo spesso nella vita dei missionari e, sebbene non sia un invito a godere di un giusto tempo di riposo recandosi in vacanza in luoghi che richiamano la mondanità più che lo “stare in disparte in un luogo deserto”, sicuramente ne possiamo cogliere l’assoluta necessità.
La vacanza è, quindi, assenza temporanea dalla missione, durante la quale il missionario, generalmente, rientra in “patria” per fare visita ai propri famigliari e agli amici delle parrocchie e diocesi di provenienza.
Tra gli appuntamenti inderogabili ci sono, per certo, quelli con i benefattori più significativi, non disdegnando, però, di partecipare anche ad eventi popolari, come le sagre paesane, che rappresentano sempre valide occasioni “ruspanti” di incontro e di testimonianza missionaria, al di fuori dei momenti istituzionali organizzati ad hoc dai gruppi parrocchiali o dai Centri missionari diocesani.
Altri missionari, a volte, dedicano le loro ferie alla visita ad altri missionari che operano nello stesso paese o in altre missioni in paesi e continenti diversi, per condividere successi e difficoltà della missione, così da rigenerare l’entusiasmo missionario.
Ci sono, poi, i missionari “costretti” a “sacrificare” il proprio tempo di ferie estive per accompagnare la visita di gruppi come, ad esempio, quelli che Missio Giovani organizza ogni anno ad agosto, composti da giovani decisi a rendere quel loro tempo di ferie una vacanza indimenticabile.
Eppure, proprio da queste visite, anche se a volte guidate da uno spirito vacanziero e sbarazzino, sono nate numerose testimonianze di “conversione missionaria”, dalle scelte di vita personale più sobria e attenta ai poveri, fino alla vocazione religiosa.
Insomma, ferie, vacanze e missione: un mix che può far bene al corpo e allo spirito!